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Fukushima: Si trattò di sabotaggio?
Il terremoto avrebbe innescato uno Tsunami con onde di 30 metri che andò ad abbattersi su ponti, case, strade e automobili prive di qualsiasi danno – su una popolazione che non venne avvisata dell’imminente tsunami in arrivo, perché non c’è stato alcun terremoto. Vennero presi completamente alla sprovvista. Eppure c’erano gli elicotteri in attesa e la gente in tutto il Giappone ha avuto modo di guardare l’arrivo dello tsunami in diretta tv.
Cosa diavolo è successo? Di solito, i giapponesi vengono avvertiti degli tsunami. Come mai l’11 marzo non vennero avvisati? Perché non ci furono danni strutturali, o motivi per sospettare l’arrivo di uno tsunami?
Il sisma non sarà sembrato nulla di speciale ad una nazione abituata ai terremoti. In un video filmato all’interno di una redazione di Tokyo, durante il terremoto, vengono mostrati i dipendenti che continuano tranquillamente a lavorare con i loro computer.
Una scossa di magnitudo 9,0 è 100 volte più forte di una da 6.8. Quella da 9,0 avrebbe dovuto devastare tutto nel raggio di 1.000 km. Saremo stati spettatori di una carneficina urbana, anche peggiore di quella sofferta dagli abitanti di Kobe.
Eppure il terremoto di Fukushima del 3/11/11 non ha causato il collasso di una singola struttura.
Fate a meno di credere a me. Guardatevi le riprese fatte dall’elicottero. Guardate le infrastrutture su cui lo tsunami si è abbattuto. Neppure un minimo danno. Il buon senso è sufficiente per potersi meravigliare.
Jim Stone ha analizzato i sismogrammi giapponesi. Dichiarando che non ci fu nessun terremoto da 9.0 e che l’epicentro non era in mare. Ci sono stati, invece, tre terremoti simultanei di minore intensità, tutti avvenuti sulla terra ferma.
Le autorità hanno mentito – costruendo a tavolino l’evento. Non è stato il terremoto a causare lo tsunami. Ci deve essere stato un altro motivo.
Si scopre che pure la spiegazione ufficiale per le esplosioni dei reattori di Fukushima fu un inganno creato ad arte. I muri di contenimento per l’energia nucleare sono molto spessi e solidi. Le esplosioni di idrogeno non avrebbero mai potuto distruggerli. Come riferimento storico, esplosioni di idrogeno si verificarono a Three Mile Island: non causarono danni strutturali e neppure eventuali lesioni al personale dello stabilimento.
Inoltre, il reattore quattro non conteneva carburante il giorno del sisma e non era quindi operativo – ma esplose comunque e venne completamente distrutto, seguendo la fine di tutti gli altri reattori. Il reattore 4 è come l’edificio 7 del World Trade Center – una impossibilità assoluta, una palese pistola fumante. Un reattore che non contiene carburante non può funzionare, un reattore non operativo non può esplodere a meno che qualcuno non lo faccia esplodere. La distruzione del reattore quattro non può che essere il risultato di un sabotaggio.
COINVOLGIMENTO ISRAELIANO
Nel febbraio 2010, il Giappone si offrì di arricchire l’uranio per l’Iran. Poco dopo, una ditta israeliana con il nome di Magna BSP, ottene un contratto per gestire i sistemi di sicurezza nell’impianto di Fukushima Daiichi. Installarono telecamere di grandi dimensioni fortemente somiglianti ad armi nucleari “gun-type”. Forti prove indicano che la ditta avrebbe introdotto il virus Stuxnet nella rete dell’impianto, un malware di fabbricazione israeliana che attacca gli impianti che hanno sistemi di controllo Siemens e che la stessa Israele utilizzò precedentemente per danneggiare il programma nucleare iraniano. La Magna BSP stabilì anche collegamenti a internet per lo scambio di dati all’interno del reattore, in palese violazione delle normative nucleari internazionali.
Tutti e dodici i membri del team di sicurezza tornarono in Israele una settimana prima del 11/3/11. All’indomani del disastro, gli israeliani monitorarono pubblicamente i nuclei dei reattori attraverso questi collegamenti illegali ai dati della centrale. Nessuno ha ancora sollevato questioni per questo comportamento illegittimo.
JIM STONE: PERSEGUITATO PER AVER RIVELATO LA VERITA’
Che cosa ha causato lo tsunami? Che cosa ha distrutto i reattori?
Jim Stone, utilizzando le sue affinate competenze (ex analista dell’NSA) e il suo background di ingegneria, ha concluso che fosse Israele il reale mandante del disastro di Fukushima Daiichi. Ora ne sta pagando il prezzo.
Stone ha dimostrato che non ci fu alcun terremoto di magnitudo 9.0 a causare lo tsunami. Quest’ultimo deve essere stato indotto artificialmente, forse da una bomba atomica posta nella Fossa della Giappone.
Si incolpa lo tsunami per le inondazioni avvenute nei reattori che hanno successivamente provocato le esplosioni. Stone, però, presenta prove convincenti che Israele abbia distrutto l’impianto di Fukushima Daiichi installandovi armi nucleari “gun type”, facendole passare come telecamere di sicurezza.
Stone dimostra che il virus Stuxnet ha continuato (e continua) a distorcere le letture dei sensori presenti a Fukushima.
A differenza di molti altri nel mondo dei “whistle blowers”, Stone basa le sue conclusioni su prove concrete e su una logica inattaccabile. Chiunque può visionare e criticare il suo lavoro.
Pubblicando il suo report e facendo diverse apparizioni radiofoniche per sostenerlo, Jim Stone è stato molestato, minacciato, detenuto illegalmente ed è attualmente in galera per delle false accuse.
Ho visto le reazioni al suo lavoro, in rete. Alcuni lo hanno diffamato.
Nessuno è ancora riuscito a confutare le sue teorie.
Le sue conclusioni hanno ramificazioni che fanno sembrare le tesi complottiste sull’11 settembre “poco incisive”.
Perché, questo silenzio sul lavoro di Stone anche da parte dei media alternativi?
Alcuni hanno espresso il sospetto che Stone non fosse chi diceva di essere. Questo è irrilevante. I fatti sono fatti. Il rapporto da lui stilato si basa su fatti ben provati.
Vi invito a consultare il report pubblicato da Stone. Ne vale la pena. Se poi sarete d’accordo su quanto dici, vi pregherei di diffondere ulteriormente questa notizia e “sciogliere” questo silenzio dei media alternativi.
Per concludere, non c’è mai stato un terremoto di magnitudo 9.0 l’11 marzo 2011, lo tsunami deve essere stato indotto artificialmente. Le esplosioni di idrogeno non hanno distrutto i muri di contenimento costituiti da diversi metri di cemento. La storia ufficiale è impossibile. Israele ha punito il Giappone, e gli agenti sionisti stanno ora cercando di distruggere Jim Stone, l’uomo che ha fatto luce sulla verità.
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Il rapporto originale: www.jimstonefreelance.com/fukushima1.html
Intervista con immagini:
La guerra in Iran è solo questione di tempo
Due settimane fa, degli iraniani sono stati soccorsi dalla Marina degli Stati Uniti mentre la loro nave veniva dirottata da dei pirati. La settimana scorsa, l’esercito statunitense ha salvato una nave che stava affondando nel Golfo Persico. E’ un peccato che la buona volontà non sia suffiicente per fermare la prossima guerra all’Iran. Le notizie, in queste ultime settimane, sembrano dare un poderoso avvertimento sullo scoppio dell’imminente conflitto. L’Occidente, guidato dagli americani, sta imponendo maggiori sanzioni che andranno a colpire gli interessi finanziari e petroliferi iraniani. La tensione è aumentata dalla settimana in cui l’Iran ha sostenuto fermamente che il suo programma nucleare fosse unicamente rivolto alla produzione di energia. Le nuove sanzioni verranno messe in atto in circa sei mesi.
L’Iran ha minacciato di chiudere lo Stretto di Hormuz se le sanzioni venissero realmente imposte. L’Iran ha anche messo in guardia i produttori di petrolio del Golfo avvertendoli di non aumentare la produzione del greggio in caso di un embargo, che potrebbe rallentare o fermare totalmente l’export dalla regione. Gli Stati Uniti hanno messo in guardia l’Iran sul non bloccare questo stretto passaggio dal quale passa, ogni anno, il 40% del petrolio mondiale. Il Pentagono ha affermato categoricamente che questo non accadrà. Nel frattempo, gli USA hanno avvertito Israele di non attaccare l’Iran. Il Wall Street Journal riporta, in un articolo del week end appena trascorso, “I leader della difesa americani sono sempre più preoccupati dal fatto che Isrele stia per condurre, a dispetto delle loro obiezioni, una azione militare contro l’Iran, intensificando la pianificazione di emergenza per salvaguardare le strutture degli Stati Uniti nella regione in caso di conflitto. Il segretario alla difesa del presidente Barack Obama, Leon Panetta e altri alti funzionari hanno consegnato una serie di messaggi privati ai leader israeliani avvertendoli circa le conseguenze disastrose di un attacco. Gli Stati Uniti vogliono che Israele dia più tempo all’Iran, in modo che le sanzioni e le altre misure, intese a fiaccare ed eliminare gli sforzi del paese, verso la costruzione di armi atomiche, abbiano effetto. “(Clicca qui per il report completo WSJ).
Gli alti funzionari del governo israeliano si sono sentiti frustrati dal fatto che gli Stati Uniti non agiscano più in fretta nell’intento di contrastare il programma nucleare iraniano. Reuters ha riferito ieri:”Moshe Yaalon, il vice primo ministro, Israeliano ha comparato l’atteggiamento dell’amministrazione Obama a quella di Francia e Gran Bretagna, che, a quanto riferisce prendono molto più seriamente l’argomento, sostenendo la necessità di sanzioni immediate per l’Iran. Negli Stati Uniti, il Senato ha approvato una risoluzione, con una maggioranza di 100-a-uno, per imporre queste sanzioni, nonostante ciò nell’amministrazione americana permangono esitazioni per la paura dell’aumento dei prezzi del petrolio, considerando anche che siamo nell’anno delle elezioni. Tutto ciò è una delusione. ‘Yaalon su Radio Israele. “(Clicca qui per leggere la storia completa Reuters.)
Le tensioni sono ancora più bollenti dopo l’assassinio di un giovane scienziato nucleare iraniano a Teheran la scorsa settimana. Mostafa Ahmadi Roshan è stato ucciso da un’autobomba. Gli Stati Uniti dicono di non aveva niente a che fare con l’omicidio. Gli iraniani sospettano che l’attentato sia di matrice israeliana, anche se il paese non se ne è assunto la responsabilità (ancora). Non importa da dove provenisse, l’Iran è indignato da quello che in occidente verrebbe chiamato atto di terrorismo. Il New York Times della scorsa settimana: “L’Iran è furibondo nei confrondi di Israele e Stati Uniti dopo l’autobomba che ha ucciso uno scienziato nucleare a Teheran mercoledì, segnalando che il suo Corpo di Guardie Rivoluzionarie islamiche potrebbe cercar vendetta. La notizia della morte dello scienziato iraniano ha dominato i media nazionali, conditi anche da denunce al vetriolo sia verso Israele, visto che l’Iran vede il paese come il principale sospetto dell’attentato, sia verso gli Stati Uniti, dove gli alti funzionari hanno usato termini inadeguati per togliersi da ogni responsabilità. I funzionari israeliani, che considerano l’Iran come il nemico principale del loro paese, non hanno categoricamente negato il loro ruolo nell’omicidio, che entra a far parte di un contesto di crescente pressione nei confronti dell’Iran e del suo controverso programma nucleare. “(Clicca qui per leggere la storia completa NYT. )
La storia è confusa e i funzionari degli Stati Uniti di ieri e di oggi sembrano in disaccordo sul programma nucleare iraniano. Il segretario alla Difesa americano Leon Panetta, disse poco più di una settimana fa: “Stanno cercando di sviluppare un’arma nucleare? No. Ma sappiamo che stanno cercando di sviluppare un potenziale nucleare, ed è quello che ci interessa. “(Clicca qui per la storia completa.) John Bolton, ex ambasciatore USA alle Nazioni Unite, ha affermato, durante il fine settimana, che l’Iran potrebbe costruire una bomba atomica in “meno di un anno.” (Clicca qui per maggiori informazioni su questa storia.) Tutto questo si svolge sullo sfondo di un addensamento militare da parte degli Stati Uniti con un nuovo gruppo di portaerei dispiegate nel Mare Arabico e un’altro è in arrivo. (Clicca qui per maggiori informazioni su questa storia.) Che tutto questo faccia parte del piano per il Medio Oriente che il generale americano Wesley Clark (in pensione) descrisse nel marzo del 2007? Clark disse che l’esercito americano stavano progettando il crolloo sistematico di Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran. (Clicca per ascoltare il generale Clark per te.)
Piano o non piano, le tensioni stanno aumentando e non solo con l’Iran, ma anche con la Cina e la Russia. Entrambe sono alleate, ed entrambi i paesi hanno affermato che sarebbero venuti in soccorso dell”Iran, se attaccato. Proprio ieri, il vice primo ministro russo Dmitry Rogozin ha detto, “L’Iran è il nostro prossimo vicino, appena a sud del Caucaso. Se dovesse succedere qualcosa in Iran, se dovesse essere coinvolto in qualche difficolta politica o militare, questa sarebbe una diretta minaccia alla nostra sicurezza nazionale “. (Clicca qui per saperne di più su questa storia da Russia Today.) Attaccare l’Iran non sarà facile come attaccare l’Iraq, l’Afghanistan o la Libia. Quei paesi non avevano alleati, ma per l’Iran è diverso. Cina e Russia forniscono ingente forza militare. Se l’Iran venisse attaccato per non voler rinunciare al suo programma nucleare, in breve tempo tutto ciò si potrebbe trasformare in una terza Guerra Mondiale.
11 settembre: I media complici del falso attentato
Questo libro mostra come l’umanità sia sotto il costante attacco di banchieri ebrei cabalisti (massoni), dei loro alleati e dei loro gonzi. Inventano guerre per degradare, diseredare e alla fine distruggerci. Se daremo ascolto alle loro richieste per il conflitto, saremo complici della nostra stessa distruzione.
Edward Hendrie è un avvocato. Il suo libro, “9-11 – Enemies Foreign and Domestic” porta delle prove inconfutabili riguardo al fatto che l’11 settembre fu una madornale frode e un tradimento perpetrato contro il popolo americano. Chiaramente, un grande segmento della politica degli Stati Uniti, dei militari e dei media sono complici dell’omicidio di massa e dell’operazione di cover-up.
Il libro analizza con attenzione e scredita la versione ufficiale contestualizzando l’attacco nello scenario di numerose altre operazioni di false flag perpetrate dai sionisti ai danni degli Stati Uniti (Beirut Marine barracks, USS Liberty) progettate per cambiare le politiche degli Stati Uniti. Hendrie spiega efficacemente il più ampio contesto religioso, (cioè la vendetta Cabalista/talmudica ebraica contro l’umanità). Da tempo non leggevo un libro che esponesse così bene il controllo che i banchieri degli illuminati hanno sulle nostre vite.
Possiedono i mass media che rappresentano gran parte dei mezzi con il quale ci controllano. Hendrie mostra come i media svolsero la funzione di collaboratoti attivi nell’inganno dell’11 settembre. Come sospettavo, nessun aereo colpì le Torri Gemelle o il Pentagono. Le immagini aeree vennero generate a computer e sincronizzate con le esplosioni avvenute negli edifici.
Hendrie mostra come molti dei “testimoni oculari” fossero dipendenti delle reti tv e che i rapporti dei veri testimoni oculari che indicavano l’assenza di aerei vennero ignorate. La BBC, inoltre, riferì del crollo del WTC-7, un edificio di 47 piani, 20 minuti prima che il fatto avvenisse realmente. L’AP e la CNN prepararono le immagini del necrologio per i passeggeri degli aerei dell’11 settembre tre giorni prima che si verificasse l’attacco.
Hendrie mostra come le “news” sopprimano la verità e creino una realtà che segue il copione degli Illuminati.
La verità è, che le Torri Gemelle erano state progettate per resistere a urti di aerei di grandi dimensioni e che i presunti incendi innescati dal carburante degli aerei non avrebbero mai potuto raggiungere le temperature necessarie a fondere le travi di acciaio. Hendrie spiega il fatto che l’edificio e il suo contenuto siano diventati polvere in pochi secondi ad un’ “arma ad energia diretta” relativa alla tecnologia HAARP. Quest’arma riduce quasi tutto a livello molecolare. Scioglie automobili e schedari, alberi e carta, prendono fuoco.
Hendrie rivela che l’uragano di categoria tre “Erin”, con venti di 120 mph era a circa 200 miglia da New York al momento dell’attacco. Cita il fisico Dr. Judy Wood il quale teorizza che l’uragano “abbia agito come una enorme bobina di Tesla creando effetti di campo utilizzati da armi ad energia diretta durante gli attentati dell’11 settembre.”
Gli scopi dell’11 settembre furono quelli di creare uno Stato di polizia sionista e giustificare le guerre contro l’Iraq, l’Afghanistan e l’Iran. Hendrie crede che la guerra in Iraq sia stata fomentata dal fatto che Sadaam Hussein non commerciasse più il petrolio in dollari. A quanto pare, i banchieri hanno bisogno dei petrodollari per sostenere il crescente debito degli Stati Uniti.
Hendrie sostiene che nessun aereo si sia schiantato durante il finto attentato. L’autore ipotizza che i passeggeri dell’UA-93 siano stati scaricati a Cleveland e uccisi in una struttura della NASA presso l’aeroporto. I danni al Pentagono, che furono fatali per 125 persone, furono causati da esplosioni. L’attacco era mirato agli uffici dove dei contabili stavano indagando sulla scomparsa di $ 1,2 trilioni.
Osama bin Laden morì alla fine del 2001 della sindrome di Marfan. Il recente “assassinio” del Navy Seals è stato progettato per salvare Obama, assediato dai “birther” e da altre questioni.
CONCLUSIONE
Questo libro di 300 pagine è accuratamente documentato e pone il nostro “comune dilemma” in netto rilievo. Viviamo in un teatro dell’assurdo in cui dei psicopatici e i loro collaborari hanno preso il controllo.
Hendrie chiarisce che i banchieri ebrei cabalisti sono al centro della cospirazione e che il sionismo è il loro strumento più importante. Chiarisce inconfutabilmente che il Mossad abbia organizzato ed eseguito l’attentato. Alti esponenti dell’amministrazione Bush furono collaboratori attivi nel piano.
Chiaramente, i banchieri Illuminati dipendono dalla collaborazione di milioni di massoni e di altri non-ebrei disposti a vendere l’anima al diavolo, e a tradire il loro paese per mero guadagno personale.
L’11 settembre è un esempio perfetto di come i cabalisti pensino che le loro bugie siano la realtà. Ma la verità resta la verità.
I truthers possono sentirsi impotenti, ma stanno facendo tentennare gli Illuminati sul loro prossimo false flag attack. In questo senso, la gente come Edward Hendrie ci sta salvando dal disastro.
La terza guerra mondiale non è più un concetto astratto
“Quando una guerra nucleare sponsorizzata dagli USA diventa uno ” strumento di pace “, perdonato e accettato dalle istituzioni del mondo e dalle più alte autorità, comprese le Nazioni Unite, abbiamo già oltrepassato il punto di non ritorno: la società umana sta irrimediabilmente percorrendo il sentiero dell’auto -distruzione. “(Verso uno scenario da Terza Guerra Mondiale, Global Research, maggio 2011)
Il mondo si trova di fronte ad un bivio pericoloso. L’America sta percorrendo la strada verso la Guerra.
La terza guerra mondiale non è più un concetto astratto
Gli Stati Uniti e i loro alleati si stanno preparando a scatenare una guerra nucleare contro l’Iran, con conseguenze devastanti.
Questa campagna militare rischia di minacciare il futuro dell’intera umanità.
Il progetto militare del Pentagono è quello di conquistare il mondo.
Si sta verificando, contemporaneamente, in diverse regioni del mondo un dispiegamento militare USA-NATO.
Pretesti di guerra e “giustificazioni” abbondano. L’Iran viene descritto costantemente come una minaccia per Israele e il mondo.
La guerra contro l’Iran è un piano che è sul tavolo del Pentagono da più di otto anni. In dei recenti sviluppi, una serie di nuove minaccie e accuse sono state rivolte a Teheran.
Una “guerra stealth” è già iniziata. Gli agenti del Mossad sono sul territorio. Stanno per essere lanciate all’interno dell’Iran formazioni paramilitari, i droni della Cia volano già in territorio iraniano.
Nel frattempo, Washington, Londra, Bruxelles e Tel Aviv hanno lanciato specifiche iniziative destabilizzanti “in modo da soffocare diplomaticamente, finanziariamente ed economicamente l’Iran”.
Il Congresso degli Stati Uniti ha deciso di intensificare il regime delle sanzioni:
“A Washington è emerso un parere favorevole (bipartisan) nel voler strangolare l’economia iraniana.” Il piano consiste nell’implementare un emendamento, progettato per “collassare l’economia iraniana”… rendendo praticamente impossibile la vendita del petrolio di Theran “(Tom Burghardt, Target Iran: Washington Countdown to War, Global Research, dicembre 2011).. :
Questa nuova ondata di proclami diplomatici insieme alla minaccia di sanzioni economiche ha contribuito anche ad innescare un alone di incertezza nel mercato del greggio, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia globale.
Nel frattempo, i media corporativi hanno rinnovato la loro propaganda relativa al presunto programma nucleare iraniano.
In un recente sviluppo, di cui si fa appena menzione nei media americani, il presidente Barack Obama ha incontrato privatamente ( il 16 dicembre), il Ministro della Difesa israeliano Ehud Barak. L’incontro si è tenuto alla periferia di Washington DC presso l’Hotel Gaylord, National Harbor, Maryland, sotto gli auspici della Union for Reform Judaism.
L’importanza di questo fugace incontro privato, sotto gli auspici dell’URJ, non deve essere sottovalutato. I rapporti suggeriscono che il meeting tra Barack Obama ed Ehud Barak fosse incentrato per la maggior parte sulla questione di un attacco USA-Israele contro l’Iran.
Scrivendo su Haaretz, l’analista politico israeliano Amir Oren ha descritto la riunione come un potenziale “semaforo verde” per lanciare una guerra totale contro l’Iran:
“E’ possibile che l’incontro, di Venerdì scorso, tenutosi presso l’Hotel Gaylord al National Harbor, nel Maryland, tra il presidente americano Barack Obama e il ministro della Difesa Ehud Barak verrà ricordato nella storia di Israele come il momento in cui Barack O. diede il via libera ad E. Barak – nel bene e nel male – di attaccare l’Iran? L’evento potrebbe essere visto come una sorta di flashback dei discorsi tra il ministro della Difesa Ariel Sharon e il Segretario di Stato Alexander Haig a Washington nel maggio del 1982, che diede origine alla (erronea) impressione che gli Stati Uniti avessero una intesa con Israele per muovere guerra al Libano … No sign U.S. has given Israel green light to strike Iran – Haaretz Daily Newspaper | Israel News
Dopo questo incontro privato, Obama ha partecipato alla Biennale Plenaria della Union For Reform Judaism, rassicurando il suo pubblico che “la cooperazione tra i nostri eserciti [e servizi segreti] non è mai stata più forte.”
Obama ha sottolineato che l’Iran è una “minaccia per la sicurezza di Israele, degli Stati Uniti e del mondo … Ed è per questo che la nostra politica è stata assolutamente chiara: Siamo determinati a impedire che l’iran entri in possesso di armi atomiche … Ed è per questo …che abbiamo imposto le sanzioni più pesanti che il regime abbia mai sopportato …. Ed è per questo che, vi assicuriamo, non escluderemo nessuna opzione “(Trascrizione di President Obama Union for Reform Judaism Speech Video Dec. 16. 2011: Address at URJ Biennial, 71st General Assembly)..
VERSO UN ATTACCO COORDINATO USA-ISRAELE CONTRO L’IRAN?
Nelle ultime settimane, i tabloid nei media statunitensi, sono stati letteralmente tappezzati di propaganda sul tema con dichiarazioni di Hillary Clinton e del segretario alla Difesa Leon Panetta. Panetta ha lasciato intendere, tuttavia, “che Israele non dovrebbe prendere in considerazione un’azione unilaterale contro l’Iran” sottolineando “che qualsiasi operazione militare contro l’Iran da parte di Israele deve essere coordinata con gli Stati Uniti e avere il suo sostegno”. (Dichiarazione di Panetta del 2 dicembre presso il Centro Saban)
LA MINACCIA DI UNA GUERRA NUCLEARE CONTRO L’IRAN
L’affermazione “nessuna opzione esclusa” fa capire che gli Stati Uniti non solo prevedono un attacco all’Iran, ma che questo attacco potrebbe includere l’uso di armi nucleari con una capacità esplosiva che varia da un terzo e sei volte la bomba di Hiroshima. Tutto ciò come rappresaglia nei confronti dell’inesistente programma iraniano per la costruzione di armi atomiche.
Mentre l’Iran non possiede armi nucleari, ciò che viene raramente riconosciuto è che (ufficialmente) cinque Stati “non-nucleari”, tra cui Germania, Belgio, Paesi Bassi, Italia e Turchia hanno permesso agli Stati Uniti di dispiegare armi tattiche nucleari nelle loro rispettive basi militari. E’ previsto l’utilizzo di questo arsenale nucleare contro l’Iran.
Lo stoccaggio e il dispiegamento dei missili tattici B61 in questi cinque stati “non nucleari” ha come scopo l’acquisire bersagli in medio oriente. Inoltre, in conformità con i “piani d’attacco NATO”, queste bombe termonucleari B61 “bunker buster” (che esplode dentro il bunker solo dopo esservi penetrata sfondandone i muri) (conservate dagli stati “non nucleari”) potrebbero essere lanciate “contro obiettivi in Russia o nei paesi del Medio Oriente come la Siria e l’Iran” (citazione National Resources Defense Council, Nuclear Weapons in Europe febbraio 2005)
Mentre questi stati “non” nuclerari accusano Teheran di sviluppare armi atomiche, senza prova documentate, essi stessi possiedono capacità offensive nucleari, destinate a Iran, Siria e Russia. (Vedi Michel Chossudovsky, Europe’s Five “Undeclared Nuclear Weapons States”, Global Research, 12 febbraio 2010)
Israele è una minaccia alla sicurezza globale piuttosto che l’Iran.
Israele possiede 100-200 testate nucleari strategiche, che sono puntate sull’Iran.
Già nel 2003, Washington e Tel Aviv confermarono che stavano collaborando “al dispiegamento di missili da crociera Harpoon armati con testate nucleari nella flotta di sottomarini classe Dolphin israeliana.” (The Observer 12 ottobre 2003).
Secondo il generale russo Leonid Ivashov:
I circoli politici e militari israeliani fecero apertamente dichiarazioni sulla possibilità di attacchi missilistici e nucleari contro l’Iran dall’ottobre 2006, quando l’idea venne immediatamente sostenuta da G. Bush. Attualmente [2007] la tesi viene propagandata come “necessità”. Al pubblico viene fatto credere che non c’è niente di mostruoso riguardo tale possibilità e che, al contrario, un attacco nucleare è piuttosto fattibile. Presumibilmente, non c’è altro modo per “fermare” l’Iran. (General Leonid Ivashov, Iran Must Get Ready to Repel a Nuclear Attack, Global Research,, gennaio 2007)
Vale la pena notare che all’inizio del secondo mandato di Bush, il vice presidente Dick Cheney aveva accennato, senza mezzi termini, che l’Iran era “proprio in cima alla lista” dei nemici dell’America, e che Israele, “avrebbe bombardato per noi”, senza il coinvolgimento militare degli Stati Uniti e senza che ci fossero pressioni.
Nel contesto riportato sopra, l’analista politico e storico Michael Carmichael ha sottolineato l’integrazione e il coordinamento del processo decisionale degli eserciti americano e israeliano riguardo il dispiegamento di armi nucleari:
“Piuttosto che un attacco nucleare americano diretto contro i difficili obiettivi iraniani, ad Israele è stato dato il compito di lanciare un gruppo coordinato di attacchi nucleari che mirano a colpire le installazioni nucleari nelle città iraniane di Natanz, Isfahan e Arak. (Michael Carmichael, Global Research, gennaio 2007)
“Nessuna opzione verrà scartata”: cosa significa nel contesto della pianificazione militare? L’integrazione tra sistemi convenzionali e armi nucleari
Le regole e le linee guida che disciplinano l’uso delle armi nucleari dell’esercito americano sono state “liberalizzate” (“deregolamentate” in relazione a quelle in vigore durante la Guerra Fredda). La decisione di usare armi nucleari tattiche contro l’Iran non dipende più dal comandante in capo, vale a dire il presidente Barack Obama. Si tratta di una decisione strettamente militare. La nuova dottrina afferma che il Comando, il Controllo, e il Coordinamento (CCC) per quanto riguarda l’uso di armi nucleari dovrebbe essere “flessibile”, permettendo così ai vari comandi in battaglia di decidere quando e se utilizzare le armi nucleari:
Conosciuta ufficialmente aWashington come “Joint Publication 3-12”, la nuova dottrina nucleare (Doctrine for Joint Nuclear Operations (DJNO) (marzo 2005)), chiede di “integrare gli attacchi nucleari con quelli convenzionali” sotto un comando unificato, “integrato” Commando e Controllo (C2).
In gran parte descrive la pianificazione della guerra come un processo di gestione decisionale, in cui gli obiettivi militari e strategici vanno raggiunti, attraverso un mix di strumenti, con poca preoccupazione per le perdite umane.
Ciò significa che se venisse lanciato un attacco all’Iran, le armi nucleari tattiche sarebbero parte integrante dell’arsenale.
Da un punto di vista decisionale, “nessuna opzione esclusa” significa che l’esercito applicherà “l’uso più efficiente possibile della forza”. In questo contesto, le armi nucleari e convenzionali sono parte di ciò che il Pentagono chiama “la cassetta degli attrezzi”, dalla quale i comandanti militari possono scegliere gli strumenti di cui hanno bisogno in conformità con le “circostanze in costante cambiamento” del “teatro di guerra”. (Vedi Michel Chossudovsky, Is the Bush Administration Planning a Nuclear Holocaust? Global Research, 22 febbraio 2006)
“Una volta che è stata scelta l’opzione militare (ad esempio attacchi aerei contro l’Iran), i comandanti in battaglia hanno un grado di latitudine. Ciò significa che una volta che la decisione presidenziale viene presa, l’USSTRATCOM in collegamento con i comandanti sul campo di battaglia può decidere il targeting e il tipo di armi da utilizzare. Le armi nucleari tattiche sono ormai considerate come parte integrante dell’arsenale di guerra. In altre parole, le armi nucleari sono diventate “parte della cassetta degli attrezzi”, usate nei teatri di guerra convenzionali. Targeting Iran, Is the US Administration Planning a Nuclear Holocaust Global Research, febbraio 2006)
L’INTEGRAZIONE DI GUERRA NUCLEARE E CONVENZIONALE
Di massima rilevanza per l’attacco programmato contro l’Iran, i documenti militari Usa puntano verso l’integrazione delle armi convenzionali e nucleari e l’uso di armi atomiche su base preventiva nei teatri di guerra.
Questa proposta di “integrazione” dei tradizionali sistemi di armi nucleari viene per la prima volta formulata nel 2003 sotto il nome di CONPLAN 8022. Quest’ultimo viene descritto come “un concept plan per l’utilizzo rapido del potenziale bellico nucleare, convenzionale, per distruggere, preventivamente se necessario, “obiettivi urgenti “in tutto il mondo [tra cui l’Iran]. (Vedi Michel Chossudovsky,US, NATO and Israel Deploy Nukes directed against Iran, , Global Research, 27 settembre 2007). Coordinato dal Comando Strategico degli Stati Uniti, il CONPLAN è diventato operativo all’inizio del 2004. (Robert S. Norris and Hans M. Kristensen, Bulletin of Atomic Scientists).
Il CONPLAN apre un vaso di Pandora militare. Si offusca la linea di demarcazione tra armi convenzionali e nucleari. Si apre la porta per l’uso preventivo di testate atomiche “ovunque nel mondo”
IL PUBBLICO NON VIENE SENSIBILIZZATO SULL’ARGOMENTO
La “comunità internazionale” ha approvato un attacco all’Iran in nome della pace nel mondo.
“Rendere il mondo più sicuro” è la giustificazione per lanciare un’operazione militare che potrebbe potenzialmente causare un olocausto nucleare.
Mentre si può concettualizzare la perdita di vite umane e distruzione, derivante dalle attuali guerre in Iraq e in Afghanistan, è impossibile comprendere appieno la devastazione che potrebbe derivare da una terza guerra mondiale, l’utilizzo di “nuove tecnologie” e di armi avanzate, comprese le armi nucleari, finchè tutto ciò non si verifica e diventa reale.
I media corporativi sono coinvolti nelle operazioni di insabbiamento, bloccando così il flusso delle informazioni allo stesso modo dei dibattiti su questi preparativi di guerra. La guerra contro l’Iran ed i pericoli di una escalation non vengono considerati da “prima pagina”. I mainstream media stanno evitando di approfondire le analisi e i dibattiti sulle implicazioni di questi piani di guerra.
L’Iran non costituisce una minaccia nucleare.
Nelle parole del generale Ivashov, “Al pubblico viene detto che non ci sarà nulla di mostruoso in tutto ciò”. Le armi nucleari sono “parte della cassetta degli attrezzi”.
Un attacco all’Iran avrebbe conseguenze devastanti, scatenando una guerra nelle zone del Mediterraneo Orientale arrivando fino all’Asia Centrale, che potrebbe condurre l’umanità in uno scenario da terza guerra mondiale.
L’amministrazione Obama rappresenta una minaccia nucleare.
La NATO costituisce una minaccia nucleare
Cinque stati europei “non-nucleari” (Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Turchia) con armi tattiche nucleari dispiegate sotto il comando nazionale, da utilizzare contro l’Iran costituiscono una minaccia nucleare.
Il governo israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu, non solo costituisce una minaccia nucleare, ma anche una minaccia per la sicurezza del popolo d’Israele, che verranno mal considerati riguardo le implicazioni di un attacco USA-Israele contro l’Iran.
La compiacenza edell’opinione pubblica occidentale, tra cui segmenti del movimento anti-guerra degli Stati Uniti, è inquietante. A livello politico, nessuna preoccupazione è stata espressa per le probabili conseguenze di un attacco USA-NATO-Israele contro l’Iran, usando armi nucleari contro uno Stato non nucleare.
Tale azione si tradurrebbe “nell”impensabile”: un olocausto nucleare su gran parte del Medio Oriente.
Va notato che un incubo nucleare si sarebbe verificato anche se le armi nucleari non fossero state utilizzate. Il bombardamento degli impianti nucleari iraniani con armi convenzionali avrebbe contribuito a scatenare un disastro Chernobyl-Fukushima con un’estesa ricaduta radioattiva.
Israele (Sionisti) vende 69 missili “patriot” alla Cina
Quando lo ho letto, stentavo a crederci. Incredibile! Qualsiasi persona con una mente critica e qualsiasi contribuente americano dovrebbero sentirsi furiosi per quello che è successo. Oltre che agli ovvi pericoli strategici, è stato un vero e proprio furto agli statunitensi che pagano le tasse. La storia è talmente scottante, che ovviamente non ne sentirete mai parlare dai media Usa controllati dalle elite sioniste (tantomeno in quelli europei).
Le autorità finlandesi, durante una perquisizione di routine, hanno scoperto una spedizione etichettata come “fuochi d’artificio” a bordo di una nave diretta a Shanghai, in Cina. Il carico conteneva 69 Super Missili Patriot statunitensi e 160 tonnellate di esplosivi di fascia alta, con materiali per creare ogni sorta di bomba, compresi i dispositivi di implosione al plutonio (Bomba Atomica).
Il porto da dove è partito il Cargo in Germania è abbastanza vicino all’aeroporto di Schipol in Olanda, dove il personale del comando di trasporto dell’US Air Force afferma che i trasferimenti di alta tecnologia verso Israele vengono sistematicamente inviati ad “impianti sicuri”. Presumibilmente, i Paesi Bassi e la Germania sono nazioni sovrane, la costante però è la stessa degli Stati Uniti: I ricchi ebrei (sionisti) pensano di poter fare quello che vogliono nei paesi occidentali.
Dalle indicazioni giunte su questo caso, non ci sono dubbi sul fatto che Israele stesse vendendo dei missili alla Cina. I Sionisti venderebbero le loro madri per guadagnarci un euro .
La realtà dei fatti per l’America è questa: Israele e i sionisti stanno dilaniando in lungo e in largo il paese. In realtà lo stanno già facendo da tempo.
Si suppone che nessun’altra nazione possa entrare in possesso di Patriots di questo livello (PAC3), ad eccezione della “piccola e assediata” Israele – da sempre ritratta mediaticamente “sotto assedio” (in realtà è più vero il contrario). La Cina poi è un paese con il quale l’America potrebbe avere seri problemi lungo la strada, probabilmente in un futuro vicino, a causa di Iran e Taiwan. Agli avari, sionisti non importa nulla delle pugnalate alle spalle.
Quasi certamente, i cinesi stavano comprando queste armi da Israele. Le autorità cinesi hanno cercato di rivendicare il fatto che i missili fossero destinati alla Corea del Sud, tuttavia i funzionari del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti hanno confermato che la Corea del Sud non ha la tecnologia di difesa della Iron Dome, necessaria per lo sviluppo di queste armi. Oltre agli Usa, solo “l’alleato più fedele”, Israele, ha installato questo sistema.
Perchè poi, gli americani dovrebbero spedire missili Patriot alla Corea tramite un porto europeo, nascosti dall’etichetta “fuochi d’artificio”? (sembra umorismo ebreo pensandoci bene). Gli avrebbero inviati direttamente dall’America!
Israele sembra essere il secondo fornitore di hardware militare della Cina, dietro solo alla Russia. Divertente, come questo fatto schiacciante non venga mai evidenziato dai media controllati dai sionisti.
Approfondendo l’argomento si scopre, che l’intero carico di missili aveva un valore di 4 miliardi di dollari, un buon bottino dato che Israele gli ha ottenuti molto probabilmente a titolo gratuito. I contribuenti americani sono coloro che pagano per tutto questo..
Questa non è la prima volta che Israele agisce in questo modo. Negli anni ’60 i sionisti rubarono materiali fissili da NUMEC in Pennsylvania, proprio sotto gli occhi del FBI, a cui venne ordinato di non fare nulla (il proprietario dell’impianto era ebreo). Questo aiutò Israele a costruire le sue prime bombe atomiche.
Vendettero anche la tecnologia dei Droni Predator e dei missili Python 3 (basati sui Sidewinder) alla Cina. Quest’ultima ha certamente svolto delle operazioni di “reverse engineering” su molte delle tecnologie vendutele da Israele. Ma ai sionisti non importa.
A quanto pare, hanno venduto loro anche i piani della 5a generazione degli F-22 Raptor, rubati questa volta dall’Ebreo “americano” Jonathan Pollard. Pollard si è anche scucito sul sistema di puntamento dell’ICBM e ha rivelato i nomi delle spie americane in Russia ai Sionisti;, che le hanno poi rivendute/regalate alla Russia in modo che gli ebrei – russi “vittimizzati” avrebbero potuto immigrare negli states negli anni ’80 (insieme con i criminali della Mafia Rossa che i russi non volevano). Grazie ai senatori ebrei e ai membri del Congresso a Capitol Hill, i contribuenti americani finiranno per pagare il piano per le pensioni russe che gli ebrei si lasciarono alle spalle. Decine di spie americane vennero uccise per mano del KGB, ma i sionisti si innervosiscono al pensiero di un “patriottico” (per Israele) Pollard che langue in una prigione Goyim.
Questa è solo una delle molte cose venute alla luce sul conto degli ebrei negli Stati Uniti e di Israele. Chissà quante altre scorrettezze sono state fatte all’America per mantenere la loro sacra “Israele”.
Con amici così, chi diavolo ha bisogno di nemici?
Da chi siamo realmente governati?
Questo è il tuo vero governo, un governo che trascende qualsiasi organo elettivo, che permea ogni partito politico, che sancisce ogni posizione ed aspetto del cittadino medio americano o europeo. In tempi in cui la “sinistra” americana supporta due guerre di matrice “Neo-Conservatrice”, facendone iniziare un’altra sulla base delle stesse bugie, promossa dagli stessi media che ci hanno venduto la bugia delle armi di distruzione di massa in Iraq, il mondo non si può permettere il lusso della scelta, certo, c’è sempre la dissonanza cognitiva, forse però, prima di arrivare a tanto, bisogna realizzare che c’è qualcosa che non va.
Ciò che non va, è un sistema completamente controllato da un oligarchia finanziario/aziendale con imperi finanziari, industriali e mediatici, capillarmente insediati in tutto il mondo. Se non ci rendiamo conto di essere impotenti e dipendenti da queste imprese che regolano ogni aspetto della nostra nazione politicamente e ogni aspetto della nostra vita personalmente, nulla potrà mai cambiare.
L’elenco che segue, per quanto ampio, non è completo. Tuttavia, dopo questi esempi, dovrebbe diventare evidente un modello in cui gli stessi nomi e le stesse società si ripetono. Dovrebbe essere ovvio per i lettori quanto pericolosamente invasive sono diventate queste aziende, nella nostra vita quotidiana. Infine, risulta chiaro come il piano sarebbe quello di eliminare dalle nostre vite, dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità, queste corporazioni, con ogni mezzo possibile.
GRUPPO DI CRISI INTERNAZIONALE
Curriculum: Mentre l’International Crisis Group (ICG) afferma di essere “impegnato a prevenire e risolvere conflitti mortali”, la realtà è che sono impegnati a offrire soluzioni, predisposte con largo anticipo, a problemi che essi stessi hanno creato, al fine di perpetuare la propria agenda.
Nessun luogo lo può testimoniare meglio della Thailandia a cui si è aggiunto più recentemente l’Egitto.Il membro dell’ICG, Kenneth Adelman ha sostenuto da sempre il primo ministro della Thailandia, Thaksin Shinwatra, un ex consigliere del gruppo Carlyle, che si piazzò letteralmente davanti alla CFR a New York alla vigilia della sua cacciata dal potere nel 2006 durante un colpo di stato militare. Dal 2006, l’ingerenza di Thaksin in Thailandia è stata sostenuto da un collega della Carlyle, James Baker e dal suo studio legale Baker Botts, dal consigliere del Belfer Center, Robert Blackwill della Barbour Griffith & Rogers, e adesso da Robert Amsterdam della Amsterdam & Peroff, un membro di spicco della Chatham House.
Con la Thailandia ormai impantanata in un tumulto politico guidato da Thaksin Shinwatra e dalla sua “rivoluzione colorata” delle camice rosse, l’ICG è pronta a sfornare “soluzioni” immediate. Tali soluzioni generalmente comprendono, il legare le mani al governo tailandese, con argomenti che cercheranno di fermare l’abuso dei diritti umani di Thaksin, nella speranza di permettere alla rivoluzione finanziata dai globalisti di ritornare sotto controllo.
I disordini in Egitto, naturalmente, sono stati interamente provocati dal membro dell’ICG Mohamed ElBaradei e dal suo “April 6 Youth Movement”, finanziato, supportato e “reclutato” interamente dal Dipartimento di Stato americano coordinato poi da Wael Ghonim della Google. Mentre l’agitazione venne dipinta come spontanea, alimentata dalla precedente rivolta tunisina, ElBaradei e Ghonim, e il loro movimento giovanile erano in Egitto dal 2010 impegnati ad assemblare il loro “Fronte Nazionale per il Cambiamento” e porre le basi per la rivolta del 25 gennaio 2011.
George Soros, membro dell’ICG, andò poi a finanziare le ONG egiziane che erano al lavoro per riscrivere la costituzione egiziana dopo che il front-man ElBaradei ebbe successo nel rimuovere Hosni Mubarak. Questa costituzione finanziata da Soros e il servile governo che ne consegue rappresenta il modo in cui l’ICG intende “risolvere” la crisi che proprio ElBaradei ha contribuito a creare.
Membri del Consiglio di rilievo dell’ICG:
George Soros
Kenneth Adelman
Samuel Berger
Wesley Clark
Mohamed ElBaradei
Carla Hills
Consiglieri importanti dell’ICG:
Richard Armitage
Zbigniew Brzezinski
Stanley Fischer
Shimon Peres
Surin Pitsuwan
Fidel V. Ramos
Multinazionali e fondazioni che supportano l’ICG:
Carnegie Corporation di New York
Hunt Alternative Fund
Open Society Institute
Rockefeller Brothers Fund
Morgan Stanley
Gruppo Deutsche Bank
Soros Fund Management LLC
McKinsey & Company
Chevron
Shell
BROOKINGS INSTITUTE
Curriculum: All’interno della libreria del Brookings Institute, troverete i progetti per quasi tutti i conflitti avvenuti in Occidente nel recente passato. La cosa strana è che, mentre il pubblico sembra pensare che queste crisi nascano all’improvviso, quelli che seguono gli studi aziendali e le pubblicazioni finanziate dalla Brookings può vedere queste crisi arrivare con anni di anticipo. I suddetti sono conflitti premeditati, pianificati meticolosamente per permettere a delle soluzioni altrettanto premeditate e pianificate di entrare in azione.
Le operazioni in corso contro l’Iran, assieme alle rivoluzioni colorare sostenute dagli Usa, i terroristi supportati e addestrati dagli Usa in Iran, e le sanzioni paralizzanti erano tutte descritte nei minimi dettagli in un rapporto del Brookings Institute, “Quale via migliore per la Persia?” La più recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1973 sulla Libia assomiglia stranamente al rapporto di Kenneth Pollack del 9 marzo 2011 intitolato “Le reali opzioni militari in Libia.”
Consiglieri di spicco della Brookings:
Dominic Barton: McKinsey & Company, Inc.
Alan R. Batkin: Eton Park Capital Management
Richard C. Blum: Blum Capital Partners, LP
Abby Joseph Cohen: Goldman, Sachs & Co.
Suzanne Nora Johnson: Goldman Sachs Group, Inc.
Richard A. Kimball Jr.: Goldman, Sachs & Co.
Tracy R. Wolstencroft: Goldman, Sachs & Co.
Paolo Desmarais Jr.: Power Corporation of Canada
Kenneth M. Duberstein: Il Duberstein Group, Inc.
Benjamin R. Jacobs: JBG Companies
Nemir Kirdar: Investcorp
Klaus Kleinfeld: Alcoa, Inc.
Philip H. Knight: Nike, Inc.
David M. Rubenstein: co-fondatore di The Carlyle Group
Sheryl Sandberg K.: Facebook
Larry D. Thompson: PepsiCo, Inc.
Michael L. Tipsord: State Farm Insurance Companies
Andrew H. Tisch: Loews Corporation
Alcuni Esperti del Brookings
(Clicca sui nomi per visualizzare un elenco di scritti recenti.)
Kenneth Pollack
Daniel L. Byman
Martin Indyk
Suzanne Maloney
Michael E. O’Hanlon
Bruce Riedel
Shadi Hamid
Fondazioni e governi
Ford Foundation
Bill & Melinda Gates Foundation
La Fondazione Rockefeller
Governo degli Emirati Arabi Uniti
Carnegie Corporation di New York
Rockefeller Brothers Fund
Banche e finanza
Bank of America
Citi
Goldman Sachs
H & R Block
Kohlberg Kravis Roberts & Co.
Jacob Rothschild
Nathaniel Rothschild
Standard Chartered Bank
Temasek Holdings Limited
Visa Inc.
Produttori di petrolio
Exxon Mobil Corporation
Chevron
Shell Oil Company
Complesso Militare Industriale e Industria
Daimler
General Dynamics Corporation
Lockheed Martin Corporation
Northrop Grumman Corporation
Siemens Corporation
The Boeing Company
General Electric Company
Westinghouse Electric Corporation
Raytheon Co.
Hitachi, Ltd.
Toyota
Telecomunicazioni e tecnologia
AT & T
Google Corporation
Hewlett-Packard
Microsoft Corporation
Panasonic Corporation
Verizon Communications
Xerox Corporation
Skype
Media
McKinsey & Company, Inc.
News Corporation (Fox News)
Beni di consumo e farmaceutici
GlaxoSmithKline
Target
PepsiCo, Inc.
Coca-Cola Company
Curriculum: Sarebbe più facile elencare i politici che non fanno parte di questo gruppo in quanto la maggior parte di essi, assieme ai loro consiglieri e tutti quelli che realmente contano sono membri del CFR. Molti dei libri, degli articoli delle riviste e dei giornali che leggiamo sono scritti da membri del CFR, similmente ai membri del Brookings Institute dettano, parola per parola, opinioni e punti di vista che promuovo la loro agenda del giorno.
Un buon esempio delle ali più attivi del CFR può essere illustrato al meglio prendendo in caso gli eventi dell’anno scorso e più precisamente la bufala della moschea costruita a “Ground Zero”, dove i membri del CFR sia quelli di destra che quelli di sinistra hanno finto un acceso dibattito sulla cosiddetta Cordoba House che si trova vicino ai 3 edifici abbattuti del World Trade Center. In realtà, la Cordoba House venne istituita dal compagno membro del CFR Feisal Abdul Rauf, che a sua volta venne finanziato dal braccio economico della CFR compresa la Carnegie Corporation di New York, presieduta dal capo della commissione del 9 / 11 Thomas Kean, e da varie fondazioni Rockefeller.
Supporto corporativo della CFR:
Banking & Finance
Bank of America Merrill Lynch
Goldman Sachs Group, Inc.
JPMorgan Chase & Co
American Express
Barclays Capital
Citi
Morgan Stanley
Blackstone Group L.P.
Deutsche Bank AG
New York Life International, Inc.
Prudential Financial
Standard & Poor’s
Rothschild North America, Inc.
Visa Inc.
Soros Fund Management
Standard Chartered Bank
Bank of New York Mellon Corporation
Veritas Capital LLC
Kohlberg Kravis Roberts & Co.
Moody’s Investors Service
Multinazionali del petrolio
Chevron Corporation
Exxon Mobil Corporation
BP p.l.c.
Shell Oil Company
Hess Corporation
ConocoPhillips Company
TOTAL S.A.
Marathon Oil Company
Aramco Services Company
Complessi militari e industriali
Lockheed Martin Corporation
Airbus Americas, Inc.
Boeing Company
DynCorp International
General Electric Company
Northrop Grumman
Raytheon Company
Hitachi, Ltd.
Caterpillar
BASF Corporation
Alcoa, Inc.
Pubbliche relazioni, lobbisti e studi legali
McKinsey & Company, Inc.
Omnicom Group Inc.
BGR Group
Editori e case editrici
Bloomberg
Economist Intelligence Unit
News Corporation (Fox News)
Thomson Reuters
Time Warner Inc.
McGraw-Hill Companies
Beni di consumo
Walmart
Nike, Inc.
Coca-Cola Company
PepsiCo, Inc.
HP
Toyota Motor North America, Inc.
Volkswagen Group of America, Inc.
De Beers
Telecomunicazioni e tecnologia
AT & T
Google, Inc.
IBM Corporation
Microsoft Corporation
Sony Corporation of America
Xerox Corporation
Verizon Communications
L’industria farmaceutica
GlaxoSmithKline
Merck & Co., Inc.
Pfizer Inc.
CHATHAM HOUSE
Curriculum: La Chatham House inglese, come il CFR e l’Istituto Brookings in America, è composta da membri importanti ed è coinvolta in attività di gestione, pianificazione, coordinazionione e realizzazione dell’agenda collettiva dei membri che la compongono.
I singoli membri che popolano le file dei consiglieri anziani sono costituite dai fondatori, dagli amministratori delegati e dai presidenti di appartenenza delle imprese che compongono la Camera di Chatham. Gli esperti della Chatham vengono generalmente pescati dal mondo accademico e le loro “recenti pubblicazioni” vengono generalmente utilizzate internamente al circolo. Che gli esperti della Chatham House stiano presentando delle domande a delle riviste mediche è particolarmente allarmante considerando che GlaxoSmithKline e Merck sono entrambi membri della Chatham House.
Membri notevoli della ChatHam House:
Amsterdam & Peroff
BBC
Bloomberg
Coca-Cola Gran Bretagna
Economista
GlaxoSmithKline
Goldman Sachs International
HSBC Holdings plc
Lockheed Martin UK
Merck & Co Inc
Mitsubishi Corporation
Morgan Stanley
Royal Bank of Scotland
Saudi Petroleum Overseas Ltd
Standard Bank London Limited
Standard Chartered Bank
Tesco
Thomson Reuter
United States of America Embassy
Vodafone Group
Amnesty International
BASF
Boeing UK
CBS News
Daily Mail and General Trust plc
De Beers Group Services UK Ltd
G3 Good Governance Group
Google
Guardian
Hess Ltd
Lloyd’s di Londra
McGraw-Hill Companies
Prudential plc
Telegraph Media Group
Times Newspapers Ltd
World Bank Group
British Petroleum
Chevron Ltd
Deutsche Bank
Exxon Mobil Corporation
Royal Shell olandese
Statoil
Toshiba Corporation
Total Holdings UK Ltd
Unilever plc
CONCLUSIONE
Queste organizzazioni rappresentano gli interessi collettivi delle più grandi aziende al mondo. Non solo possiedono uno schieramento di politici e ricercatori che articolano la loro agenda e promuovono il loro consenso nella popolazione, ma utilizzano anche la loro massiccia influenza per andare ad influire sui media, nell’industria, nella finanza e produrre un consenso internazionale.
Credere che questa oligarchia finanziaria/corporativa metta in disparte i propri interessi per supportare e promuovere gli interessi e i capricci del popolini sarebbe alquanto naive. Hanno più volte assicurato che non è importante, in qualsiasi paese ci si trova, da quale parte in guerra, il petrolio, la ricchezza e il potere continueranno a fluire perennemente nelle loro mani. Niente, rivendica meglio questa situazione, che il presidente degli Stati Uniti, che nonostante le belle parole fa gli stessi interessi che faceva Bush, oltre che alle stesse guerre.
Allo stesso modo, non importa quanto sia sanguinosa la tua rivoluzione, se l’equazione delle aziende rimane invariata, verrano fatti solamente i cambiamenti più superficiali, come è accaduto in Egitto con il tirapiedi dell’International Crisis Group Mohamed ElBaradei.
La rivoluzione vera e propria inizierà quando capiremo questa equazione,si deve cercare di rimuovere la nostra dipendenza dalle aziende sopra citate. L’oligarchia globale corporativa/finanziaria ha bisogno di noi, noi però non abbiamo bisogno di loro, l’indipendenza da loro è la chiave per la nostra libertà.
Per ulteriori informazioni in materia di economia alternativa, informati da solo:
The Lost Key to Real Revolution
Boycott the Globalists
Alternative Economics
Self-Sufficiency
L’Iran intima agli Stati Uniti di ritirare le navi da guerra
Un alto comandante iraniano ha chiesto agli Stati Uniti di ritirare le loro navi da guerra e gli aerei da combattimento dagli Stati islamici Medio Orientali.
“Gli Stati Uniti dovranno rimuovere le loro navi da guerra, i missili e gli aerei da combattimento dai paesi islamici prima che essi vengano sequestrati come bottini [di guerra],” ci riferisce il Comandante della Basij Force Brigadier Mohammad-Reza Naqdi.
Il comandante iraniano faceva riferimento alle proteste pro-democratiche a Bahrain, alleato chiave degli Stati Uniti in Medio Oriente e sede della Quinta Flotta americana.
Gli Stati Uniti insistono che la Quinta Flotta debba rimanere nello stato del Golfo Persico, nonostante la rivolta popolare nel paese, che cerca di rovesciare il governo filo-Usa a Manama.
Ci sono attualmente più di 31 navi da guerra ancorate nel Golfo Persico e nel Mare di Oman, diciannove delle quali appartengono agli Stati Uniti, tra cui il missile a propulsione nucleare Abraham Lincoln.
“Oggi, la prepotenza dei poteri arroganti, le bombe nucleari, le navi da guerra e gli aerei da combattimento sono inefficaci”, ci riferisce il generale.
Naqdi fà queste osservazioni dopo che le forze fedeli al sovrano libico Muammar Gheddafi hanno bombardato i manifestanti pro-democrazia in diverse città, uccidendo e ferendo molti civili.
«Nessun potere può dominare le nazioni se esse sono unite e le rivolte nei paesi islamici e nel Medio Oriente, come quelle in Egitto, in Tunisia, in Libia confermano tutte questo fatto” .
Le massicce proteste si sono diffuse in tutta la regione dopo aver concluso il regime di 23 anni del presidente Zine El Abidine Ben Ali e in Egitto il regime di Hosni Mubarak, dopo tre decenni.
Stuxnet: Un video sottolinea il successo isreaeliano
Un nasto è stato visionato alla festa di pensionamento del capo delle Forze di Difesa di Israele e sembra ancora una volta dimostrare che vi sia lo zampino israeliano dietro Stuxnet e quindi sui danni provocati al programma nucleare iraniano.
Il video che mostra i successi operativi del tenente generale Gabi Ashkenazi include anche riferimenti a Stuxnet, un virus informatico che l’anno scorso ha danneggiatto il sito di arricchimento nucleare di Natanz.
Anche se ufficialmente Israele non ha accettato la responsabilità per l’attacco via Stuxnet, le prove di suo ruolo attivo nell’intera operazione si hanno da quando sono iniziate le prime avvisaglie e cioè a luglio. Il virus, che non ha precedenti in quanto a complessità, è stato progettato per infiltrarsi nei sistemi di controllo a Natanz e di nascosto fare delle rettiffiche errate alle centrifughe che le avrebbero poi danneggiate.
I ricercatori della sicurezza dicono che i vari fattori della cyber minaccia, tra cui la complessità del suo funzionamento tendono con forza ad indicarne come fonte Israele. E’ un fatto che un impianto speciale è stato istituito con la cooperazione americana, nel deserto israeliano, per testare l’arma.
Subito dopo la sezione di Stuxnet, il video del Ten. Gen. Ashkenazi include un omaggio a Meir Dagan, che era a capo del servizio segreto del Mossad israeliano durante quasi la totalità del tempo in cui il Ten. Gen. Ashkenazi è stato responsabile della IDF.