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La Nuclear Emergency Response giapponese ha riportato, Lunedì, che la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, danneggiata dal terremoto e dallo tsunami di marzo, ha subito il meltdown totale di 3 reattori.

Nella nuova valutazione del gruppo nucleare, pubblicata Lunedi, si va oltre le precedenti dichiarazioni che descrivono l’entità del danno causato dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo.

L’annuncio non cambierà i piani per risolvere la situazione nell’impianto di Fukushima Daiichi, riporta l’agenzia.

Sono stati i reattori 1, 2 e 3, a subire il meltdown completo.

La proprietaria della centrale, la Tokyo Electric Power Co., ha ammesso, lo scorso mese, che le barre di combustibile nucleare nei reattori 2 e 3 hanno subito probabilmente un processo di meltdown, durante la prima settimana della crisi nucleare.

La stessa aveva già ammesso che le barre di combustibile nel reattore n ° 1 si fusero quasi completamente nelle prime 16 ore dopo il disastro. I resti di tale nucleo sono ora precipitati nel fondo del recipiente a pressione del reattore, si sospettano vi siano delle importanti perdite.

La TEPCO, il 24 maggio, riporta che “Gran parte” delle barre di combustibile del reattore n ° 2 si sarebbero fuse e sarebbero cadute sul fondo del recipiente a pressione 101 ore dopo il terremoto e lo tsunami che hanno paralizzato l’impianto.

La stessa cosa accadde nelle prime 60 ore al reattore n ° 3, ci dice ancora la società, in quello che definisce come il “worst case scenario”, lo scenario cioè in cui il carburante fuso precipita sul fondo dei vesselli di tutti e 3 i reattori.

IL GOVERNO GIAPPONESE CONSIDERA L’ALLARGAMENTO DELLA ZONA DI EVACUAZIONE

Lunedì, i funzionari del governo hanno proposto di allargare la zona di evacuazione per includere le persone provenienti da luoghi dove i livelli di radiazioni sono molto alti, a seguito dell’incidente nucleare presso la centrale elettrica di Fukushima Daiichi in marzo.

Il governo discutera di questi temi “caldi” con i comuni delle zone che, entro fine dell’anno, soffriranno di un’esposizione alle radiazioni superiore ai 20 millisievert per metro quadrato .

Un “hot spot” fa riferimento ad una zona con alti livelli di radiazione a seguito della pioggia o come risultato delle condizioni ventose che hanno modificato il percorso di tali materiali radioattivi dopo essere stati liberati nell’atmosfera.

Normalmente, le radiazioni si diffondono concentricamente, ma in queste condizioni, esse viaggiano in maniera casuale colpendo punti diversi.

Il portavoce governativo Yukio Edano ha riferito in una conferenza stampa che ci sono alcuni punti, diversi da quelli compresi nella zona di evacuazione, dove i livelli di radiazioni sono alti a seconda delle condizioni atmosferiche, qui si cercherà di rafforzare il monitoraggio.

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