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La nobiltà nera

A Cartagine, i Cananei si facevano chiamare “punici”. Roma attaccò Cartagine a piena potenza, nel 264 aC e completarono l’opera uccidendo o schiavizzando ogni cartaginese, cospargendo il terreno di sale perchè non potesse cresce più niente in futuro.

Gli Edomiti (i Mongoli?) discendenti da Esaù si mischiarono ai turchi creando una discendenza mista Turco-Edomita che più tardi divenne nota come Khazara – (Vengono chiamati Khazari i precedenti padroni della Khazaria che vennero cacciati dalla Mongolia) I Khazari occupano attualmente Israele.

Questi cananei si fecero chiamare anche “Sepharvaim” (Sefardita) per scopi disonesti. Divennero in seguito noti come i Veneziani, sposandosi con quella nobilità europea definita “nobiltà nera”. I Veneziani controllano oggi il sistema della Federal Reserve negli Stati Uniti.

Attorno al 1400 dC, i centri del potere europeo si divisero in 2: i Ghibellini, che sostennero gli imperatori della famiglia Hohenstaufen, ed i Guelfi, da Welf, il principe tedesco che lottò contro Federico per il controllo del Sacro Romano Impero.

Il Papa stesso era alleato con i guelfi. Tutta la storia moderna nasce direttamente dalla lotta tra questi 2 poteri. I Guelfi vennero chiamati anche i Guelfi neri, o Nobiltà Nera e supportavano Guglielmo d’Orange e la sua ascesa al trono d’Inghilterra, che alla fine portò alla formazione della Banca d’Inghilterra e alla Compagnia delle Indie Orientali, che avrebbe governato il mondo dal 17 ° secolo.

Tutte le rivoluzioni, le guerre e i colpi di stato nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo serviorono ai Guelfi per mantenere e valorizzare il loro potere, che ora si chiama Nuovo Ordine Mondiale. Il potere dei guelfi si estenderebbe attraverso i centri finanziari italiani fino alla Francia (tutti i banchieri italiani venivano chiamati “Lombardi”).

Lombardo in tedesco significa “deposito bancario”, e i Lombardi furono banchieri per tutto il periodo medievale. Avrebbero poi trasferito le operazioni a nord ad Amburgo, poi ad Amsterdam ed infine a Londra. I guelfi avrebbero iniziato la tratta degli schiavi nelle colonie.

Uniformi della East India Com. 1843 circa

I Guelfi, al fine di aumentare il loro controllo nella finanza e nella politica, avrebbero seguito culti gnostici, che si svilupparono poi nei Rosacroce, negli Unitari, nella Fabian Society e nel Consiglio Ecumenico delle Chiese.

La compagnia delle Indie Orientali, insieme a John Stuart Mill, avrebbe finanziato l’Università di Londra. Un amico di Mill, lo storico George Grote, uno dei fondatori dell’Università di Londra donò £ 6000 allo studio della “salute mentale”, che diede inizio in tutto il mondo al “movimento della salute mentale”.

Migliaia di piccole e grandi banche fanno parte del network del Comitato dei 300, tra cui la Banca Commerciale d’Italia, la Banca Privata, il Banco Ambrosiano, la Netherlands Bank, la Barclays Bank, il Banco del Colombia, il Banco de Ibero-America. Di particolare interesse è la Banca della Svizzeria Italiana (BSI) – dal momento che gestisce investimenti di capitale da e per gli Stati Uniti – principalmente in dollari e obbligazioni statunitensi – si trova isolata nella “neutrale” Lugano, il centro dei capitali in fuga della nobiltà nera veneziana.

Lugano non è nè in Italia nè in Svizzera, ed è una sorta di zona franca per le operazioni finanziarie illegali con i capitali in fuga. George Ball, che possiede una grande fetta delle azioni della BSI, è un importante “insider” e rappresenta gli Stati Uniti all’interno della banca.

Nel trattato segreto di Verona del 1822 (tra Austria, Francia, Prussia e Russia) i gesuiti furono d’accordo nel distruggere la Costituzione degli Stati Uniti e sopprimerne le libertà. I loro metodi compresero: distruggere la libertà di parola, calpestare e sopprimere la stampa, la censura universale, collaborando con il Papa ed il clero nell’utilizzare la religione per mantenere le nazioni sotto obbedienza passiva e finanziando guerre contro i paesi con governi rappresentativi.

I monarchi che firmarono questo trattato vennero alla fine deposti. La maggior parte di queste famiglie sono molto ricche e potrebbero essere più potenti oggi rispetto a quanto non lo fossero quando sedevano su i loro troni. Sono conosciuti collettivamente come la Nobiltà Nera.

Privatamente queste famiglie rifiutano di riconoscere la legittimità di qualsiasi legge, apparte la loro. Il fatto che questo trattato sia stato scritto molto tempo fa non vuol dire che ora non abbia più valore. Il trattato è stato inserito nelle registrazioni del Congresso il 25 aprile 1916 dal senatore Owen.

Nel 1948 George H.W. Bush si laureò alla Yale University ed era un membro della Skull and Bones. E’ un lontano cugino della regina d’Inghilterra, parte della Nobiltà Nera che fa risalire il suo potere ad oltre 5000 anni fa.

Il principe Bernardo d’Olanda creò un gruppo che prese il nome di Bilderberg. Molti ricercatori “conservatori” sono giunti a riconoscere il fatto che il Bilderberger è una forza importante del “Nuovo Ordine Mondiale”.

Nota: Dato che il Bildeberger, secondo l’ex agente dell’intelligence britannica, John Coleman, serve come elemento di coesione tra le tre maggiori forze del ‘governo mondiale’ – i Wicca-Massoni (cioè il comunismo), i discendenti della Nobiltà Nera dei primi imperatori romani; e i gesuiti maltesi. . . ognuno dei quali ha rispettivamente 13 rappresentanti nel comitato di 39 membri del Bilderberg – e poiché un nazista delle SS fu il responsabile dello sviluppo di questo Consiglio di Coordinamento del “Nuovo Ordine Mondiale”, e poichè il secondo libro di Adolf Hitler si intitolò [ci crediate o no] “Il Nuovo Ordine Mondiale “. Non c’è da stupirsi che il sogno di Adolf Hitler – e quello dei suoi predecessori i “Kaisers”, una traduzione in tedesco di “Cesari” – fosse la rinascita dell’impero romano.

Secondo l’ex agente dell’intelligence britannica Dr. John Coleman, i tre gruppi di potere mondiale: i Wicca-Massoni (cioè il comunismo), i gesuiti maltesi e la nobiltà nera lavorano per il comando centrale degli illuminati.

I nomi delle famiglie includono: i Rothschild, i Kuhn, i Loeb, i Lehman, i Rockefeller, i Sachs, i Warburg, i Lazard, i Seaf, i Goldman, gli Schiff, i Morgan, i Schroeder, i Bush e gli Harriman. . . Ce ne sono altri che per brevità non citerò. Questo elenco rappresenta un buon punto di partenza se si vuole rintracciare l’attuale nucleo interno della cospirazione. La storia del gruppo Bilderberg stesso, che è una copertura per gli Illuminati bavaresi, con le sue connessioni naziste, sarebbe probabilmente un ottimo inizio.

Molto importanti nel consiglio sono anche i seguenti membri del Comitato dei 300: la famiglia Giustiniani, della Nobiltà Nera di Roma e di Venezia, il cui lignaggio si può tracciare indietro fino all’imperatore Giustiniano, Sir Jocelyn Hambro della Banca Hambros; Pierpaolo Luzzatti Fequiz, il cui lignaggio si può far risalire ai più antichi Luzzatos, la Nobiltà Nera di Venezia, e Umberto Ortolani dell’antica famiglia della Nobiltà Nera che porta lo stesso nome.

Altri vecchi elementi della nobilità nera veneziana, membri del comitato dei 300 e soci del consiglio dell’ASG e della RAS sono la famiglia Doria, i finanzieri degli Asburgo di Spagna, Elie de Rothschild della famiglia francese dei Rothschild, il barone August von Finck (Finck, il secondo uomo più ricco della Germania ora deceduto), Franco Orsini Bonacassi della Nobiltà Nera, il cui lignaggio si può far risalire al senatore romano che portava lo stesso nome, la famiglia Alba, il cui lignaggio risale al grande duca di Alba, e il barone Pierre Lambert, un cugino del ramo belga dei Rothschild.

L’Italia venne scelta come cavia per i test, dal Comitato dei 300. Essa è importante per i piani dei cospiratori in quanto è il paese europeo più vicino al Medio Oriente ed ha diversi collegamenti economici e politici con quest’ultimo .

E’ anche la sede della Chiesa cattolica, che Weishaupt ordinò di distruggere oltre ad essere l’ubicazione di alcune delle famiglie oligarchiche dell’antica nobilità nera più potenti d’Europa . Se l’Italia si fosse indebolità dopo il caso dell’omici dio di Aldo Moro, questo avrebbe avuto ripercussioni in Medio Oriente, diminuendo l’influenza statunitense. L’Italia è importante anche per un’altra ragione: è un passaggio per la droga che entra in Europa da Iran e Libano.

Diversi gruppi sotto il nome di socialismo provocarono la caduta di molti governi italiani da quando venne fondato il Club di Roma nel 1968. Tra questi, la Nobiltà Nera di Venezia e Genova, la Loggia massonica p2 e le Brigate Rosse, che lavorarono tutti per gli stessi obiettivi.

Gli investigatori della polizia di Roma lavorando al caso Brigate rosse/Aldo Moro si imbatterono nei nomi di diverse e importanti famiglie italiane che lavorarono a stretto contatto con questo gruppo terroristico. La polizia scoprì anche le prove che dimostravano che in almeno una dozzina di casi, queste potenti e importanti famiglie offrirono la loro ospitalità e / o l’utilizzo delle loro case come posto sicuro per le cellule delle brigate.

Peccei diresse l’Atlantic Institute Economic Council per tre decenni, mentre fu il capo dell’esecutivo per la società “Fiat” di Giovanni Agnelli. Agnelli, membro di un’antica famiglia italiana della Nobiltà Nera, fu uno dei più importanti membri del Comitato dei 300. Svolse un ruolo di primo piano nei progetti di sviluppo dell’Unione Sovietica.

Il Club di Roma è un’organizzazione ombrello, uno sposalizio tra i finanzieri anglo-americani e le vecchie famiglie della Nobiltà Nera europea, in particolare della “nobiltà” Londinese, Veneziana e Genovese.

Brzezinski non stava scrivendo da privato cittadino, ma da consigliere per la sicurezza nazionale di Carter, come membro di spicco del Club di Roma oltre che a socio del Comitato dei 300, del CFR e della vecchia nobiltà nera polacca. Il suo libro spiega come l’America si sarebbe dovuta lasciare alle spalle la sua base industriale ed entrare in quello che lui chiama “una nuova e distanza epoca storica.”

A questo proposito, ad un membro francese della Nobiltà Nera, Etienne D’Avignon, membro del Comitato dei 300, venne assegnato il compito di far collassare il settore dell’acciaio negli Stati Uniti. E’ molto improbabile che le centinaia di migliaia di operai che sono stati lasciati a casa senza lavoro abbiano mai sentito parlare di D’Avignon.

Un’altro ufficio importante si trova in Svizzera ed è stato fino a poco tempo gestito da una figura misteriosa di cui non esistono foto dopo il 1941. Le operazioni vennero probabilmente finanziate dalla famiglia Oltramaire – parte della nobiltà nera svizzera, proprietari della Banca Odier di Ginevra.

Uno dei contatti primari era Jacques Soustelle – secondo i file di intelligence US Army-G2. Questo gruppo fu anche uno stretto alleato di Allen Dulles e Jean de Menil, un importante membro del Comitato dei 300 e un nome molto importante del settore petrolifero in Texas.

Le registrazioni dell’Army-G2 mostrano che il gruppo venne fortemente coinvolto nel commercio di armi in Medio Oriente, oltre a questo, effettuò non meno di 30 tentativi per uccidere il generale de Gaulle,  operazione nella quale Jacques Soustelle fu direttamente coinvolto. Soustelle stesso era l’uomo di contatto per lo “shining pathway guerilla group” che proteggeva i produttori di cocaina peruviani del Comitato.

Richard Gardner fu mandato a Roma per un incarico speciale. Gardner sposò una delle più antiche famiglie della Nobiltà Nera veneziane, fornendo così all’aristocrazia veneziana una linea diretta con la Casa Bianca. Il defunto Averill Harriman fu un altro dei collegamenti diretti del comitato con il Cremlino e la Casa Bianca, una posizione ereditata da Kissinger dopo la morte di Harriman. Nel 1986 il dottor Coleman, scrisse, nell'”L’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme”: “Non è quindi una società segreta, apparte dove gli intenti sono stati modificati durante le riunioni interne, come l’Ordine della Giarrettiera, che è una creazione perversa dell’oligarchia della famiglia reale britannica, che si fa beffe di ciò che il Sovrano dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme rappresenta.

Come esempio, troviamo l’ateo Lord Peter Carrington, che finge di essere un cristiano anglicano, ma che è un membro dell’Ordine di Osiride e di altre sette demoniache, tra cui la Massoneria, inserito come un Cavaliere della Giarrettiera presso la cappella di St. George, nel Castello di Windsor, da Sua Maestà, la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, che fa parte dei Guelfi della Nobiltà Nera, ed è anche a capo della Chiesa anglicana, che disprezza completamente. ”

15,8 miliardi di dollari è una stima realistica dei possedimenti della regina – esentasse – BOE.

Fonte

Libia: La verità nascosta

Uno Studio del 2007 condotto dalla West Point dimostra come l’area di Darnah-Bengasi-Tobruk svoglesse un ruolo di primo piano nel reclutamento di kamikaze per Al Qaeda

Washington DC, 24 marzo 2011 -Il corrente attacco militare alla Libia è stato motivato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 1973, che sanciva la necessità di proteggere i civili. Le dichiarazioni del presidente Obama, del primo ministro britannico Cameron, del presidente francese Sarkozy, e di altri leader hanno sottolineato la natura umanitaria dell’intervento, cercando di prevenire un massacro tra i difensori della democrazia e i difensori dei diritti umani da parte del regime di Gheddafi.

Allo stesso tempo però, molti commentatori hanno espresso preoccupazione per il mistero che circonda il governo transitorio anti-Gheddafi che è emerso agli inizi di marzo nella città di Bengasi, situato in un quartiere di Cirenaica nel nord-est della Libia. Questo governo è già stato riconosciuto dalla Francia e dal Portogallo, come unico rappresentante legittimo del popolo libico. Il consiglio dei ribelli sembra essere composto da poco più di 30 delegati, molti dei quali sconosciuti. Inoltre, i nomi di più di una dozzina di membri del consiglio dei ribelli sono stati tenuti segreti, presumibilmente per proteggerli dalla vendetta di Gheddafi. Ci possono essere però, altre ragioni per l’anonimato di questi individui. Nonostante le molte incertezze, le Nazioni Unite e numerosi dei paesi chiave della NATO, tra cui gli Stati Uniti, si sono precipitati in soccorso delle forze armate del regime ribelle con attacchi aerei, fatto il quale ha causato la perdita di uno o due aerei della coalizione e la probabile prospettiva di molte altre perdite per il futuro, soprattutto se ci dovessere essere una invasione. E’ ora che il pubblico americano ed europeo impari qualcosa di più su questo regime ribelle, il quale dovrebbe rappresentare un’alternativa democratica e umanitaria a Gheddafi.

I ribelli non sono chiaramente dei civili, ma una forza armata. Ma di che tipo di armata stiamo parlando?

Poiché molti dei capi dei ribelli sono difficili da raggiungere se si è lontani dalle zone di guerra, ma soprattutto perchè è difficile stilare un profilo sociologico dei ribelli nel bel mezzo di una guerra, possono esserci forse d’aiuto i metodi della storia sociale. Esiste un modo che ci permetta di raggiungere una miglior comprensione dell’opinione che prevale nelle città del nord-est libico come Bengasi, Tobruk, e Darnah, i principali centri abitati in cui ci sono le colonne della ribellione?

E’ venuto fuori che esiste, sotto forma di uno studio della West Point del dicembre del 2007, che studia il background dei gueriglieri stranieri, jihadisti o mujahedin che siano, inclusi gli attentatori suicidi – che attraversarono la frontiera tra la Siria e l’Iraq durante il periodo 2006-2007, sotto l’egida “dell’organizzazione terroristica internazionale di Al Qaeda”. Questo studio si basa su un campione di circa 600 file personali di membri di Al Quarda che sono stati sottratti dalle forze statunitensi, nell’autunno del 2007, e analizzati dalla West Point, secondo una metodologia di cui parleremo dopo aver presentato le principali conclusioni. I risultati dello studio unoci permettono di fare importanti scoperte sulle strutture mentali e sulla coscienza della popolazione del nord-est libico che fornisce le basi per la ribellione, permettendo importanti conclusioni circa la natura politica della rivolta anti-Gheddafi in questi settori.

Darnah, nord-est della Libia: Capitale Mondiale dei jihadisti

La scoperta più sorprendente che emerge dallo studio della West Point è che il corridoio che va da Bengasi a Tobruk, passando per la città di Darnah (traslitterato anche come Derna) rappresenta una delle zone di maggiore concentrazione di terroristi jihadisti al mondo, e da alcuni facili calcoli può essere considerata come una delle fonti principali di kamikaze del pianeta. Darnah, con un  terrorista ogni 1000 – 1500 persone del posto inviato in Iraq per uccidere gli “infedeli” americani,dimostra come questo luogo sia il paradiso degli attentatori suicidi, superando facilmente il concorrente più immediato, cioè Riyad, in Arabia Saudita.

Secondo gli autori della West Point Joseph Felter e Brian Fishman, l’Arabia Saudita, è al primo posto per quanto riguarda il numero assoluto di jihadisti inviati a combattere gli Stati Uniti e gli altri membri della coalizione in Iraq, durante il periodo di tempo che si sta analizzando. La Libia, un paese che ha un quarto della popolazione dell’Arabia Saudita, si piazza al secondo posto. L’Arabia Saudita ha inviato il 41% dei combattenti. Secondo Felter e Fishman, ” La Libia è stata il secondo paese con percentuale più alta, con il 18,8% cioè con (112) combattenti che hanno affermato di essere di origine libica” Altri paesi molto più grandi erano di gran lunga alle spalle: “La Siria, lo Yemen, e l’Algeria seguono con l’8,2% (49), l’8,1% (48), e il 7.2% (43), rispettivamente. I marocchini hanno rappresentato il 6,1% (36). ” 2

Questo significa che quasi un quinto dei combattenti stranieri che sono entrati in Iraq attraverso il confine siriano venivano dalla Libia, un paese di poco più di 6 milioni di persone. Una percentuale comparativamente superiore, rispetto a qualsiasi altro paese che supporta i mujahedin, di libici fremeva per intervenire in Iraq. Felter e Fishman sottolineano: “Quasi il 19 per cento dei combattenti registrati nei Sinjar Records provengono dalla Libia. Inoltre, la Libia ha contribuito con più combattenti  pro capite di qualsiasi altra nazionalità registrata nei Sinjar Records, tra cui l’Arabia Saudita stessa. “(Vedi il grafico della relazione della West Point, a pagina 9) 3

Combattenti stranieri pro capite

Dal momento però che i files del personale di Al Qaeda contengono sia la residenza che la città natale dei combattenti stranieri di cui stiamo parlando, possiamo determinare che “il desiderio di recarsi in Iraq per uccidere  gli americani” non è distribuito uniformemente in tutta la Libia, ma risulta molto concentrato proprio in quelle zone intorno a Bengasi, che sono oggi gli epicentri della rivolta contro il colonnello Gheddafi, che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, e altri paesi stanno avidamente supportando.

Gamage Daya una giornalista del Tribune Asia commenta così, in un recente articolo, lo studio condotto dal West Point: “… purtroppo, per i politici occidentali, la maggior parte dei combattenti proveniene dalla Libia orientale, il centro della rivolta che è in corso contro Muammar el-Gheddafi. La città orientale libica di Darnah ha inviato combattenti in Iraq più di qualsiasi altra città o paese, secondo il rapporto della West Point.  Nel rapporto si afferma anche che 52 militanti inviati in Iraq da Darnah, una città di appena 80.000 persone (la seconda più grande fonte di combattenti era Riyadh, in Arabia Saudita, che possiede una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti). Bengasi, la capitale del governo provvisorio della Libia, proclamato dai ribelli anti-Gheddafi, ha inviato 21 combattenti, ancora una volta un numero sproporzionato.”4 L’oscura Darnah ha battuto la metropoli di Riyadh 52 combattenti a 51. La roccaforte di Gheddafi a Tripoli, invece, a fatica compare nelle statistiche. (Vedi grafico del report della West Point, a pagina 12)

Che cosa spiega questa straordinaria concentrazione di guerriglieri anti-americani a Bengasi e a Darnah? La risposta sembra essere legata alle scuole estremiste di teologia e politica, che fiorirono in queste aree. Come osserva la relazione della West Point: “Sia Darnah che Bengasi sono state a lungo associate alla militanza islamica in Libia.” Queste aree sono in conflitto teologico e tribale con il governo centrale del colonnello Gheddafi, oltre ad essere politicamente opposte a lui. Se un tale conflitto teologico vale ancora la morte di soldati americani ed europei è un problema che ha urgente bisogno di una risposta.

Luoghi di provenienza dei gueriglieri libici

Felter e Fishman sottolineano che “La stragrande maggioranza dei combattenti libici che hanno scritto la loro città natale nei Records Sinjar risiede nel nord-est del paese, in particolare nelle città costiere del Darnah 60,2% (52) e di Bengasi 23,9% (21).Sia Darnah che Bengasi sono state a lungo associate con la militanza islamica in Libia, in particolare per una rivolta da parte delle organizzazioni islamiste a metà degli anni 90. Il governo libico ha mosso accuse nei confronti della rivolta puntando il dito contro “inflitrati dal Sudan e dall’Egitto” e un di questi gruppi -il Libyan Fighting Group (JAMA-ah al-libiyah al-muqatilah)- ha affermato di avere dei veterani afghani nei suoi ranghi. Le rivolte libiche divennero incredibilmente violente. ” 5

Nord-est della Libia: La più alta densità di kamikaze

Un altro aspetto importante del contributo libico alla guerra contro le forze Usa in Iraq è la spiccata propensione dei libici del nord-est a scegliere il ruolo di kamikaze come metodo privilegiato per la lotta. Come afferma lo studio della West Point, “dei 112 soldati libici delle registrazioni, il 54,4% (61) hanno segnalato il loro ‘lavoro’. Circa l’85,2% (51) di questi combattenti libici sono elencati sotto la sigla “kamikaze”. 6 Ciò significa che i libici nord-orientali erano molto più inclini a scegliere il ruolo di kamikaze di quelli di qualsiasi altro paese:”I combattenti libici avevano molte più possibilità di essere scelti come attentatori suicidi (85% per i libici, 56% per tutti gli altri).” 7

Il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) anti – Gheddafi si fonde con al Qaeda, nel 2007

La base istituzionale specifica per il reclutamento dei guerriglieri nel nord-est della Libia è associata ad una organizzazione che in precedenza si chiamava Libyan Islamic Fighting Group(LIFG). Nel corso del 2007, il LIFG si è dichiarato una filiale ufficiale di al Qaeda, assumendo poi il nome di Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM). Come risultato di questa fusione del 2007, un maggior numero di guerriglieri è arrivato in Iraq dalla Libia. Secondo Felter e Fishman, “L’apparente aumento delle reclute libiche spedite in Iraq può essere legato al rapporto, sempre più collaborativo, dell’Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) con al-Qaeda, che culminò nell’unione ufficiale tra LIFG e al-Qaeda il 3 Novembre 2007 . ” 8 Questa fusione è confermata da altre fonti: In una dichiarazione del 2008 attribuita ad Ayman al-Zawahiri si afferma che il Libyan Islamic Fighting Group si è unito ad al-Qaeda.9

I soldati del terrorista “Emiro” un ruolo chiave a Bengasi e Darnah

Lo studio della West Point stabilisce chiaramente che le colonne portanti dell’LIFG e della successiva AQIM erano le città gemelle di Bengasi e Darnah. Ciò è documentato in una dichiarazione di Layth Abu al-Libi, il sedicente “emiro” della LIFG, che in seguito divenne un alto funzionario di Al Qaeda. Al momento della fusione del 2007, “Abu Layth al-Libi, l’Emiro della LIFG, ha rifocalizzato l’importanza di Bengasi e di Darnah nel suo anniuncio ai jihadisti libici che LIFG si era unito ad al-Qaeda, dicendo:” E ‘con la grazia di Dio che stiamo issando la bandiera della jihad contro questo regime apostata sotto la guida del Libyan Islamic Fighting Group, che sacrifica l’elite dei suoi figli e comandanti nella lotta contro questo regime, il cui sangue è stato versato sui monti della Darnah, sulle strade di Bengasi, nella periferia di Tripoli, sul deserto di Sabha, e sulla sabbia delle spiaggie. ‘” 10

Questa fusione del 2007 ha fatto si che le reclute libiche di Al Qaeda diventassero una parte sempre più importante dell’attività di questa organizzazione, spostando il centro di gravità ad una certa distanza dai sauditi e dagli egiziani i cui sforzi erano precedentemente stati più cospiqui. Come commento Felter e Fishman, affermano: “Le fazioni libiche (in primo luogo il Libyan Islamic Fighting Group) sono sempre più importanti in al-Qaeda. Le registrazioni di Sinjar offrono alcuni elementi di prova sul fatto che ci sia stato un aumento di libici in Iraq a partire dal maggio 2007. La maggior parte delle reclute libiche provenivano da città a nord-est della Libia, una zona molto conosciuta per la militanza  jihadista. ” 11

Lo studio della West Point si conclude con la formulazione di alcune scelte politiche per il governo degli Stati Uniti. Un approccio, suggeriscono gli autori, sarebbe quello che gli Stati Uniti collaborassero con gli attuali governi arabi nella lotta contro i terroristi. Felter e Fishman scrivono: “I governi siriano e libico condividono con gli USA il dissenso circa la violenta ideologia salafita-jihadista e le violenze perpetrate dai suoi sostenitori’.Questi governi, come altri in Medio Oriente, temono la violenza all’interno dei propri confini e per loro è molto meglio che gli elementi radicali vadano in Iraq, piuttosto che provocare disordini in casa. Gli sforzi degli Stati Uniti e della coalizione per arginare il flusso di combattenti in Iraq sarà rafforzato se esso coprirà l’intera catena logistica che supporta il movimento di questi individui, a partire dal loro paesi di origine – e non solo dai loro punti di ingresso siriani. Gli Stati Uniti potrebbero essere in grado di aumentare la cooperazione tra i governi medio orientali per arginare il flusso di combattenti in Iraq in modo da rispondere alle loro preoccupazioni circa la violenza domestica jihadista. ” 12 Dato il corso degli eventi successivi, possiamo affermare con certezza che questa opzione non è stata presa in considerazione, né negli anni di chiusura dell’amministrazione Bush, né durante la prima metà dell ‘amministrazione Obama.

Lo studio della West Point offre anche un altro punto di vista più sinistro. Il suggerimento di Felter e Fishman punta sul fatto che gli ex membri dell’LIFG componenti di Al Qaeda venissero schierati contro il governo del colonnello Gheddafi in Libia, in sostanza creando un alleanza de facto tra gli Stati Uniti e un segmento di un’organizzazione terroristica. La relazione del West Point rileva:”Lo sposalizio tra il Libyan Islamic Fighting Group e al-Qaeda e la sua decisione di dare una apparente priorità al supporto logistico allo Stato Islamico dell’Iraq è probabilmente controverso anche all’interno dell’organizzazione. E’ probabile che alcune fazioni dell’LIFG vogliano ancora dare la massima priorità alla lotta contro il regime libico, piuttosto che alla lotta in Iraq. Potrebbero avvenire degli scismi all’interno dell’LIFG, tra i leader dell’LIFG e all’interno di al-Qaeda: egiziani conservatori contro quelli supportati dai sauditi. ” 13 Ciò suggerisce che la politica degli Stati Uniti, sia quella di allearsi, in Libia, con dei fanatici oscurantisti e reazionari sotto l’egira di al Qaeda contro la modernizzatore nasseriana di Gheddafi.

Armare i ribelli: l’esperienza dell’Afghanistan

Guardando indietro, alla tragica esperienza degli Stati Uniti nell’incitare la popolazione dell’Afghanistan a ribellarsi all’occupazione sovietica negli anni successivi al 1979, dovrebbe essere chiaro che la politica della Casa Bianca, condotta da Reagan, per armare i mujaheddin afghani con missili Stinger e altre armi moderne si sia rivelata altamente distruttiva per gli Stati Uniti. Come ha fatto l’attuale Segretario alla Difesa Robert Gates che nelle sue memorie si avvicina ad ammettere, che Al Qaeda venne creata in quegli anni dagli Stati Uniti come “Legione Araba” contro la presenza sovietica, con risultati a lungo termine imprevisti e dannosi.

Oggi, è chiaro che gli Stati Uniti stanno fornendo armi moderne ai ribelli libici attraverso l’Arabia Saudita e attraverso il confine egiziano con la partecipazione attiva dell’esercito egiziano e dell’appena installata giunta filo – Usa. 14 Questa è una diretta violazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 1973, che prevede un embargo totale sulle armi alla Libia. Il presupposto è che queste armi verranno usate contro Gheddafi nelle prossime settimane. Ma, dato il carattere violentemente anti-americano della popolazione del nord-est della Libia, la quale viene ora armata, non vi è alcuna certezza che queste armi verranno presto usate contro coloro che le hanno fornite.

Un problema più ampio è rappresentato dal comportamento del futuro governo libico dominato dal Consiglio ribelle attuale con la sua larga maggioranza attuale di islamisti del nord-est, o di un governo simile nello stato della Cirenaica. Nella misura in cui tali regimi avranno accesso ai proventi del petrolio, allo stesso modo verranno sottoposti ad evidenti problemi di sicurezza internazionale. Gamage si chiede: ” se la ribellione riuscirà a rovesciare il regime di Gheddafi avrà accesso diretto alle decine di miliardi di dollari che Gheddafi, si pensa, abbia nascosto nei conti all’estero durante i suoi quattro decenni di regime. 15 Data la mentalità del nord est libico, possiamo immaginare per cosa potrebbero essere utilizzate tali entrate.

Che cosa è al Qaeda e perché la CIA la ha utilizzata

Al Qaeda non è un’organizzazione centralizzata, ma piuttosto un branco o meglio una congrega di fanatici, creduloni, psicotici, disadattati, spie, provocatori, mercenari, e altri elementi. Come è noto, Al Qaeda è stata fondata dagli Stati Uniti e dagli inglesi durante la lotta contro i sovietici in Afghanistan. Molti dei suoi leader, come il rinomato, secondo in comando, Ayman Zawahiri e l’attuale stella nascente Anwar Awlaki, sono evidentemente spie dell’MI-6 e / o della CIA. La credenza di base di Al Qaeda è che tutti gli attuali governi arabi e musulmani sono illegittimi e devono essere distrutti, perché non rappresentano il califfato che Al Qaeda crede sia descritto dal Corano. Ciò significa che l’ideologia di Al Qaeda offre un modo facile e pronto per le agenzie segrete di intelligence anglo-americane di attaccare e destabilizzare gli attuali governi arabi e musulmani “come parte della necessità incessante” di imperialismo e di colonialismo atto a saccheggiare e attaccare le nazioni in via di sviluppo. Questo è precisamente ciò che sta accadendo in Libia oggi.

Al Qaeda è emersa dal conglobato culturale e politico dei Fratelli musulmani o Ikhwan, essi stessi sono una creazione dei servizi segreti britannici in Egitto alla fine del 1920. Gli Stati Uniti e gli inglesi hanno usato la Fratellanza musulmana egiziana per opporsi alle politiche anti-imperialiste del presidente egiziano Nasser, che ha riportato vittorie immense per il suo paese come la nazionalizzazione del Canale di Suez e la costruzione della diga di Assuan, senza i quali, l’Egitto moderno, sarebbe semplicemente impensabile . I Fratelli Musulmani hanno fornito una quinta colonna attiva e capace di agenti stranieri, contro Nasser, allo stesso modo in cui il sito ufficiale di Al Qaeda nel Maghreb islamico sta oggi sbandierando il suo sostegno alla ribellione contro il colonnello Gheddafi.

E ‘sufficiente dire che non abbiamo bisogno di credere in tutte le mitologie fantastiche che propongono il governo degli Stati Uniti come associato di Al Qaeda, al fine di riconoscere il fatto che i militanti di base o i capri espiatori che spontaneamente hanno aderito ad al Qaeda sono spesso sinceramente motivati da un profondo odio per gli Stati Uniti e da un ardente desiderio di uccidere gli americani, così come gli europei. La politica dell’amministrazione Bush ha usato la presunta presenza di Al Qaeda come pretesto per attacchi militari diretti in Afghanistan e in Iraq. L’amministrazione Obama sta facendo qualcosa di diverso, intervenendo sul lato di una ribellione, in cui Al Qaeda ed i suoi co-pensatori sono fortemente rappresentati mentre attaccano il governo laico autoritario del colonnello Gheddafi. Entrambe queste politiche sono fallimentari, e devono essere abbandonate.

I leader ribelli Jalil e Younis, assieme alla maggior parte del Consiglio dei ribelli, sono membri della Tribù Harabi collegata all’organizzazione di Al Qaeda.

Il risultato della presente indagine è che la filiale libica di Al Qaeda rappresenta un continuum del Libyan Islamic Fighting Group che ha come centri Darnah e Bengasi.La base etnica del Libyan Islamic Fighting Group è da ritrovare nella tribù anti-Gheddafi degli Harabi, la tribù che costituisce la stragrande maggioranza del consiglio ribelle ed è rappresentata dai due leader ribelli di spicco, Abdul Fatah Younis e Mustafa Abdul Jalil. I dati suggeriscono quindi che il Libyan Islamic Fighting Group, rappresentante l’elite della tribù deglu Harabi, e il Consiglio ribelle sostenuto da Obama siano tutti d’accordo per fini pratici. La ribellione contro Gheddafi è una miscela tossica composta dall’odio fanatico di Gheddafi, dall’islamismo, dal tribalismo e dal localismo. Da questo punto di vista, Obama ha stupidamente scelto di schierarsi in una guerra tribale.

Quando Hillary Clinton andò a Parigi per essere introdotta ai ribelli libici dal presidente francese Sarkozy, incontrò il leader dell’opposizione (educato negli Stati Uniti), Abu Jibril, già noto ai lettori di Wikileaks, come preferito degli Stati Uniti. 16

Mentre Jibril potrebbe essere considerato presentabile a Parigi, i veri capi della insurrezione libica sembrano essere Jalil e Younis, entrambi ex ministri sotto Gheddafi. Jalil sembra essere il primus inter pares, almeno per il momento: “Mustafa Abdul Jalil o Abdul-Jalil (in arabo: مصطفى عبد الجليل, anche trascritto Abdul-Jelil, Abd-al-Jalil, Abdel-Jalil o Abdeljalil e spesso ma erroneamente come Abud Al Jeleil) (nato nel 1952) è un politico libico. E’ stato il ministro della Giustizia (non ufficialmente, il segretario del Comitato generale del popolo) sotto il colonnello Muammar al-Gheddafi …. Abdul Jalil è stato identificato come il presidente del Consiglio nazionale di transizione con sede a Bengasi … anche se questa posizione è contestata da altri rivoltosi che puntano il dito sulle sue connessioni passate con il regime di Gheddafi. ” 17

Per quanto riguarda Younis, venne strettamente associato a Gheddafi dal colpo di stato del 1968-9: “Abdul Fatah Younis (in arabo: عبد الفتاح يونس) è un alto ufficiale militare in Libia. Ha ricoperto il grado di generale e la carica di ministro degli Interni, ma si dimise il 22 febbraio 2011 …. ” 18

Ciò che ci dovrebbe preoccupare maggiormente è che sia Jalil  che Younis provengono dalla tribù degli Haribi, quella dominante nel nord-est della Libia, che è culo e camicia con al Qaeda. Secondo Stratfor, la “tribù Harabi … è una tribù ombrello, storicamente potente nella parte orientale della Libia, che ha visto svanire la sua influenza sotto il colonnello Gheddafi. Il leader libico ne confiscò le terre e le ridistribuì alle tribù più deboli e fedeli …. Molti dei leader che stanno emergendo nella parte orientale della Libia della tribù degli Harabi, compreso il capo del governo provvisorio istituito a Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, e Abdel Fatah Younis, che ha assunto un ruolo di leadership durante la ribellione dei ranghi militari nelle prime fasi del rivolta. ” 19 Questo è come un ticket presidenziale in cui entrambi i candidati provengono da uno stesso stato, salvo che le feroci rivalità tribali della Libia non rendano il problema infinitamente peggiore.

Il consiglio dei ribelli: Metà dei nomi vengono tenuti segreti, perché?

Questa immagine di una stretta base settaria, tribale e regionale non migliora quando si guarda al Consiglio dei ribelli nel suo complesso. Secondo una versione recente, il Consiglio ribelle è “presieduto dall’apprezzato ex ministro della giustizia libico, Mustafa Abdul Jalil, [ed] è composto da 31 membri, apparentemente provenienti da tutta la Libia, molti dei quali non potranno essere nominati per “ragioni di sicurezza”…. “Gli attori più importanti del Consiglio, almeno quelli di cui sappiamo il nome, provengono tutti dalla tribù degli Harabi del nord – est. Queste tribù hanno forti collegamenti con Bengasi, collegamenti i quali risalgono a prima del 1969 data nella quale Gheddafi salì al potere.” 20 Altri reoconti concordano circa il numero dei rappresentanti: “Il Consiglio ha 31 membri, la identità dei vari membri non è stata resa pubblica per proteggere la loro sicurezza. ” 21 Dato ciò che sappiamo circa la densità straordinaria di LIFG e di tutti i fanatici di Qaeda nel nord-est della Libia, siamo autorizzati a chiederci se tanti membri del consiglio sono stati tenuti nell’anonimato al fine di proteggerli da Gheddafi, o se l’obiettivo è stato quello di impedire loro di essere riconosciuti in occidente come terroristi di al Qaeda o per lo meno di essere simpatizzanti di tale organizzazione. Quest’ultima teoria sembra essere una sintesi accurata dello stato reale delle cose.

I nomi rilasciati finora includono: Mustafa Abduljaleel; Ashour Hamed Bourashed della città di Darna, Suleiman Othman El-Megyrahi della zona di Batnan; Al Butnan del confine Egiziano, Ahmed Al-Abduraba Abaar della città di Bengasi; Mohamed Fathi Baja della città di Bengasi; Abdelhafed Abdelkader Ghoga della città di Bengasi, il signor Omar El-Hariri per gli Affari Militari, il dottor Mahmoud Jibril, Ibrahim El-Werfali e il dottor Ali Aziz Al-Eisawi per gli affari esteri. 22

Il Dipartimento di Stato ha bisogno di farsi delle domande su queste cifre, a partire magari da Ashour Bourashed Hamed, il delegato dalla roccaforte terrorista e attentatore suicida di Darnah.

Quanti membri di al Qaeda, veterani, o simpatizzanti ci sono nel Consiglio Ribelle?

Vedendo nel modo più chiaro possibile tra le nebbie della guerra, sembra che solo poco più di una dozzina dei membri del Consiglio dei ribelli abbiano avuto i loro nomi pubblicati ufficialmente – in ogni caso, questi nominativi non superano la metà dei 31 membri segnalati. Gli Stati Uniti e i media europei non hanno ritenuto necessario investigare sui nomi noti e soprattutto non hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica, sulla gran parte del Consiglio dei ribelli che sono ancora nell’ombra dell’anonimato. Sarebbe proficuo conoscere il numero di membri dell’LIFG e / o di al Qaeda, dei veterani, o dei simpatizzanti che attualmente detengono seggi nel consiglio ribelle.

Stiamo quindi assistendo a un tentativo, intrapreso dalla tribù Harabi, di ritagliarsi un posto dominante tra le 140 tribù della Libia. Gli Harabi sono già tecnicamente la tribù egemone della Cirenaica. Al centro della Confederazione degli Harabi vi è la tribù Obeidat, che è suddivisa in 15 sotto-tribù. 23 Tutto questo discorso, potrebbe suscitare un mero interesse etnografico, se non fosse per il fatto della notevole sovrapposizione tra le tribù Harabi l’LIFG e al Qaeda.

Il Movimento dei Senussi della Libia – Una Democrazia Monarchica?

La tradizione politico-religiosa del nord-est della Libia rende questa zona un terreno fertile per le sette musulmane più estreme preferendo una struttura di potere di tipo monarchico, piuttosto che a delle forme più moderne di governo, tanto apprezzate da Gheddafi. La più importante tradizione regionale è quella dei Senussi od ordine dei Sanussi, una setta anti-occidentale musulmana. In Libia l’ordine dei Senussi è strettamente associato con la monarchia, dal momento che il re Idris, il sovrano installato, dagli inglesi nel 1951 rovesciato poi da Gheddafi nel 1969, era anche il capo dell’ordine dei Senussi. I Senussi hanno diretto la ribellione contro il colonialismo italiano che, nel 1930, era personificato nel maresciallo Rodolfo Graziani e nel suo esercito. Oggi, i ribelli utilizzano la bandiera monarchica, e sostengono il ritorno al trono di uno dei due pretendenti al trono di Idris. Sono molto più vicini alla monarchia che alla democrazia

Re Idris, venerato dai guerriglieri libici di oggi

Ecco qui il punto di vista di Stratfor sul re Idris e sui Senussi  ” il re Idris proveniva da una dinastia di capi del’ordine dei Sanussi, un ordine religioso sufi fondato nel 1842 ad Al Bayda, il quale pratica una forma conservatrice e austera dell’Islam. Il Sanussiyah rappresenta una forza politica in Cirenaica che ha preceduto la creazione del moderno stato della Libia, e i cui riverberi continuano a farsi sentire anche ai giorni nostri. Non è un caso che questa regione sia la patria del jihadismo libico, con gruppi come il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG). La famiglia Gheddafi ha chiamto la rivolta in corso, una elaborata trama islamista …. ” 24 Sotto la monarchia, la Libia è stata secondo alcune stime, il più povero paese del mondo in assoluto. Oggi, la Libia si piazza al 53esimo, nell’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite e si qualifica come il paese più sviluppato dell’Africa, davanti a Russia, Brasile, Ucraina e Venezuela. La gestione di Gheddafi ha meriti oggettivi che non possono essere negati.

Glen Ford nel suo libro Black Agenda Report ha giustamente cercato di mostrare il carattere reazionario e razzista dell’insurrezione libica. La tribù del sud della Libia, nota come Fezzan, è di carnagione scura. La base tribale del regime di Gheddafi fù una alleanza delle tribù dell’Occidente, del centro e del sud con i Fezzan, contro gli Harabi e gli Obeidat, che si identificano con la classe dirigente ex monarchica. Gli Harabi e gli Obeidat sono noti per nutrire un profondo odio razzista contro i Fezzan. Odio che è stato espresso frequentemente nelle notizie dei media filo-imperialisti all’inizio della ribellione, evidentemente ispirate dai resoconti Harabi, secondo cui i neri in Libia dovevano essere trattati come i mercenari che lavorano per Gheddafi – con la chiara implicazione che dovevano venire sterminati. E in effetti, un gran numero di africani neri provenienti dal Ciad e da altri paesi che lavorano in Libia sono stati sistematicamente linciati e massacrati dalle forze anti-Gheddafi. La Casa Bianca di Obama, con i suoi discorsi vuoti, sul fatto di voler evitare un massacro come quello in Ruanda, ha convenientemente ignorato questa storia sconvolgente di genocidio perpetrata dai nuovi amici razzisti in Cirenaica.

Contro l’oscurantismo dei Senussi, Gheddafi ha avanzato l’equivalente musulmano del sacerdozio per tutti i credenti, sostenendo che non è necessario un califfato al fine di scoprire il significato del Corano. Ne completa la prospettiva, la sua idea di un’Africa unita. Gerald A. Perreira nel  Black Agenda Report scrive, a proposito della divisione teologica che vi è tra Gheddafi e i neo-Senussi del nord-est della Libia, allo stesso modo di altri oscurantisti: “Al Qaeda ha i suoi confini nel Sahara e la International Union of Muslim Scholars chiede a [Gheddafi] di essere giudicato in un tribunale …. [Gheddafi] ha messo in dubbio l’Islam dei Fratelli Musulmani e di Al Qaeda da una prospettiva teologico – coranica, ed è stato uno dei pochi leader politici attrezzati per farlo …. Bengasi è sempre stata al centro della contro-rivoluzione in Libia, nella promozione dei movimenti reazionari islamici, come i wahabiti e salafiti. È questa gente che ha fondato il Libyan Islamic Fighting Group con sede a Bengasi che si alleò con Al Qaeda e che è stato, nel corso degli anni, responsabile per l’assassinio di molti esponenti di spicco dei comitati rivoluzionari libici. ” 25 E quale sarebbe ad esempio la condizione delle donne sotto i neo-Senussi o il Consiglio ribelli di Bengasi?

Al Qaeda da demone ad alleato degli Stati Uniti in Libia

Per coloro che cercano di seguire i pro e i contro della gestione CIA delle sue varie e strampalate organizzazioni, all’interno del presunto regno del terrore islamico, può essere utile analizzare la trasformazione che ha portato l’LIFG/AQIM da nemico mortale a stretto alleato. Questo fenomeno è fortemente collegato alla generale inversione dei fronti ideologici dell’imperialismo statunitense che fa da spartiacque tra le amministrazioni Bush-Cheney (neoconservatori) e l’attuale Obama-Brzezinski (regime dell’ International Crisis Group). L’approccio di Bush era quello di utilizzare la presunta presenza di Al Qaeda come ragione per un’attacco militare diretto. Il metodo di Obama è quello di utilizzare al-Qaeda per rovesciare i  governi indipendenti, e, da quel momento,  balcanizzare e partizionare i paesi in questione, oppure usarli come marionette kamikaze contro nemici ben più grandi come la Russia, la Cina o l’Iran. Questo approccio implica una fraternizzazione più o meno ampia con i gruppi terroristici, la quale venne sancita in maniera generale, al Cairo,  da Obama in un famoso discorso del 2009. I collegamenti tra la campagna di Obama per le organizzazioni terroristiche messa in atto dalla CIA contro la Russia erano già note al pubblico tre anni fa. 26

Ma una tale inversione di marcia non può essere improvvisata durante il corso di una notte; ci sono voluti diversi anni di preparazione. Il 10 luglio 2009, il London Daily Telegraph ha riferito che il Libyan Islamic Fighting Group si divise da Al Qaeda. Questo venne deciso quando gli Stati Uniti decisero di de-enfatizzare la guerra in Iraq, e di prepararsi anche ad utilizzare la Fratellanza musulmana sunnita e la sua propaggine sunnita di Al Qaeda per la destabilizzazione dei principali Stati arabi che si stavano preparando alla svolta contro l’Iran sciita. Paolo Cruikshank scrisse in quel periodo sul New York Daily News, che uno dei capi dell’LIFG volle rialacciare nuovamente i rapporti con al Qaeda e con il famigerato Osama Bin Laden, colui di cui si sta parlando è “Noman Benotman”, ex leader del Libyan Islamic Fighting Group. Mentre la maggior parte dei leader Musulmani hanno a lungo criticato Al Qaeda, queste critiche hanno le credenziali jihadiste per diventare morsi per l’organizzazione “. 27 Ma a questo punto alcuni boss dell’LIFG si sono trasferiti ad al Qaeda: il London Daily Telegraph riferì che gli alti membri di Al Qaeda Abu Yahya al-Libi e Abu Laith al-Libi erano membri anche dell’LIFG. In questo periodo, Gheddafi rilasciò alcuni combattenti dell’LIFG in un gesto umanitario mal calcolato.

I Jihadisti libici del Nord – est stanno uccidendo le forze NATO e Statunitensi in Afghanistan, proprio ora!

Una delle contraddizioni fatali nella politica attuale del Dipartimento di Stato e della CIA è che essa punta ad una alleanza cordiale con gli assassini di Al Qaeda nel nord-est della Libia, nello stesso periodo in cui gli Stati Uniti e la NATO bombardano senza pietà i civili a nord-ovest del Pakistan a nome di una guerra totale contro Al Qaeda. Forze statunitensi e forze della NATO sono state uccise dai guerriglieri di Al Qaeda in quello stesso teatro di guerra Afghano/Pakistano. La forza di questa clamorosa contraddizione causa il collasso dell’intero palazzo propagandistico costruito per giustificare gli attacchi in questi paesi. Gli Stati Uniti hanno da tempo perso qualsiasi fondamento morale che guidi le forze militari.

Secondo un resoconto, un alto militare di Al Qaeda è stato ucciso nel Pakistan nord-occidentale da una recente azione militare degli Stati Uniti nell’ottobre 2010: “Un leader anziano di al Qaeda che servì come ambasciatore di al Qaeda in Iran, braccato dagli Stati Uniti, venne ucciso da un raid aereo in un territorio del Pakistan controllato dai talebani ….[Questo era] Atiyah Abd al Rahman, un cittadino libico che abitò in Iran e servì come ambasciatore di Osama bin Laden nei confronti dei vari mullah. Notizie di stampa non confermate indicano che Rahman è stato ucciso in un raid aereo …. ” 28 Atiyah reclutò e facilitò i colloqui con gli altri gruppi islamici, fù anche un membro del Libyan Islamic Fighting Group e dell’Ansar al Sunna. ” 29 Rahman raggiunse un alto livello all’interno di al Qaeda per essere in grado di dare ordini ad Abu Musab al- Zarqawi, il capo di al Qeada in Iraq, nel 2005.

Un altro libico del nord est venne ucciso in Pakistan, si tratta di Khalid al Harabi, la cui scelta del nome di battaglia può ben collegato all’organizzazione jihadista presente nella tribù Harabi in Cirenaica. Secondo un resoconto, Khalid al Harabi è un alias per Khalid Habib, ex comandante militare di Al Qaeda che è stato ucciso in un raid americano nel mese dell’ottobre 2008.” 30

Lo scenario scoperto da Shayler Affair nel 1995 è operativo oggi

Nel 1995, David Shayler, un funzionario dell’organizzazione controspionistica britannica MI-5, si accorse che il suo omologo presso l’organizzazione britannica di spionaggio all’estero, MI-6 aveva pagato la somma di £ 100.000 ad un affiliato di Al Qaeda in cambio di un tentativo di assassinare Gheddafi. L’attentato si è verificato, vennero uccisi molti passanti innocenti, ma non ha avuto gli esiti sperati sul sovrano libico. Shayler capì quello che stava succedendo nell’MI-6, in primis, la liquidazione di Gheddafi, seguita dalla discesa, della Libia, nel caos e nelle guerre tribali, con una possibile, ulteriore, opzione e cioè la presa di potere di Al Qaeda. Questa situazione potrebbe quindi fornire un pretesto per la Gran Bretagna, probabilmente ma non necessariamente in concerto con gli Stati Uniti o con altri paesi, di invadere la Libia e prendere il controllo dei giacimenti petroliferi, probabilmente, istituendo un protettorato permanente sulle regioni del petrolio, sugli oleodotti, e sulla costa. 31 Questo rimane l’obiettivo ancora oggi.

In coincidenza con il tentativo di assassinare Gheddafi, l’MI-6 e altre agenzie segrete di intelligence occidentali hanno fomentato un’insurrezione considerevole nel nord-est della Libia, quasi esattamente nelle stesse aree in cui oggi avvengono le rivolte. Le insurrezioni vennero schiacciate con successo dalle forze di Gheddafi alla fine del 1996. Gli eventi del 2011 sono semplicemente una ripresa degli attacchi imperialisti sulla Libia di 15 anni fa, con l’aggiunta di un intervento esterno.

La guerra contro gli Stati Nazionali

L’attuale attacco sulla Libia si colloca nel quadro di un attacco alle istituzioni dello Stato nazionale stesso, come venne descritto nel Trattato di Westfalia del 1648. Gli Stati Uniti e i britannici sono profondamente preoccupati per il gran numero di nazioni che cercano di fuggire dall’egemonia anglo-americana attivamente perseguendo una cooperazione su vasta scala con la Russia in materia di sicurezza, con la Cina sulle questioni economiche, e con l’Iran per le considerazioni geopolitiche. La risposta della CIA/MI-6 è stata una selvaggia orgia di destabilizzazioni, colpi di stato popolari, rivoluzioni colorate, e sommosse di palazzo, segnalati nei documenti riservati pubblicati dall’organizzazione patrocinata dalla CIA conosciuta come Wikileaks, che ha preso di mira nomi della CIA che spaziano tra Ben Ali a Gheddafi. La strategia di Obama era quella di far passare la storia che la “primavera araba” fosse veramente una questione portata avanti da giovani idealisti visionari radunatisi in piazza per lodare la democrazia, lo Stato di diritto, e i diritti umani. Questa non fù mai la realtà: le decisioni effettive venivano prese dalle brutali cricche di generali e di alti funzionari corrotti o ricattati dalla CIA, che si mossero dietro le quinte per cacciare personaggi come Ben Ali e Mubarak. Qualunque altra cosa Gheddafi abbia fatto, egli ha indubbiamente costretto la CIA e la NATO a far cadere la piacevole maschera dell’idealismo giovanile e dei diritti umani, rivelando il volto orribile dei droni Predator, dei bombardamenti terroristici, dei massacri diffusi, e dell’arroganza colonialista. Gheddafi ha anche strappato la maschera del “Yes We Can” di Obama, rivelando un intento cinico e guerrafondaio che continua le politiche infami di Bush chiamate “Dead or Alive” e “Bring it on”, anche se con altri mezzi.

Uno specchio lontano per gli imperialisti in Libia: La Farsaglia di Lucano

Gli imperialisti moderni al posto di essere desiderosi di invadere la Libia dovrebbero meditare sulla Farsaglia di Lucano, la quale tratta della guerra nel deserto libico durante la guerra tra Giulio Cesare e Pompeo Magno, alla fine della Repubblica Romana. Un passaggio fondamentale in questo testo epico latino è il discorso di Catone di Utica, ad un seguace di Pompeo, che esorta i suoi soldati ad intraprendere una missione suicida in Libia, dicendo: “Serpenti, sete, caldo e sabbia … la Libia da sola può presentare una moltitudine di guai che dovrebbero spingere gli uomini a tenersene alla larga “. Catone va avanti, e trova “Una piccola tomba in cui vi era scritto il suo nome, la Libia assicurò la morte di Catone …. ” 32

Cerchiamo di non imitare questa follia.

Lo studio della West Point: un appello agli studiosi

Lo studio della West Point, come noto, è stato condotto sulla base di quasi 700 file personali di Al Qaeda catturati dalle forze della coalizione in Iraq. 33 Gli autori dello studio hanno promesso di tenere a disposizione online la base documentaria di questa indagine, sia in lingua araba 34 , che anche in Inglese.35 Supponendo che questo materiale rimanga a disposizione, potrebbe essere possibile per i ricercatori e i giornalisti, specialmente per quelli che hanno dimestichezza con l’arabo, di svolgere una indagine sui combattenti libici andati in Iraq, al fine di determinare se qulcuno di essi sia un familiare, un vicino di casa, o anche un associato politico del consiglio ribelle di Bengasi o di altre forze anti-Gheddafi. Tale procedura potrebbe contribuire a facilitare la comprensione della natura di questa missione in Libia ai cittadini europei e americani, ed acquisire una conoscenza più specifica di chi siano i ribelli libici in realtà, in modo anche da distinguerli da quelli controllati dall’occidente.

Fonte

Gli esperti dell’ONU si discostano dalla versione ufficiale dell’11 settembre

NAZIONI UNITE – Gli Stati Uniti Martedì hanno chiesto il licenziamento di un esperto per i diritti umani delle Nazioni Unite per i commenti “negativi”, riguardo la questione 11 settembre, secondo lui essa sarebbe frutto di un complotto e non l’attentato di terroristi appartenenti ad una fantomatica associazione.
Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha condannato i commenti di Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi, come “un affronto” alle vittime degli attacchi “terroristici” di Al Qaeda a New York e Washington.
L’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Susan Rice, ha giudicato il punto di vista di Falk  “spregevole e profondamente offensivo” (Mi ricorda qualche politico italiano che chiama in trasmissioni tv) dicendo di aver richiesto il suo licenziamento.
Falk ha scritto nel suo blog personale, l’11 gennaio, che ci sono “vuoti goffi e contraddizioni nelle spiegazioni ufficiali” portate per giustificare gli attacchi dei jet dirottati che si schiantarono contro il World Trade Center a New York e contro il Pentagono a Washington.
Sostiene che ci sia stata “un’apparente cover-up” da parte del governo degli Stati Uniti sulla sua reale conoscenza degli attacchi orditi da Bin Laden.
Falk continua dicendo che i media statunitensi “non sono stati disposti a riconoscere i dubbi ben evidenziati nella versione ufficiale degli eventi: Un’operazione di Al-Qaeda di cui l’intelligence Usa non era a conoscenza”

Chi è il vero terrorista?

L’ambasciatrice statunitense dice di essere “scioccata” e vuole unirsi ad altri colleghi per licenziare Falk.
“Il signor Falk approva le storielle dei teorici del complotto che sostengono che gli attacchi terroristici dell 11 Settembre 2001, siano stati perpetrati e quindi coperti dal governo Usa e dai media”, ha detto in un comunicato.

“I commenti del signor Falk sono spregevoli e profondamente offensivi, e li condanno in maniera assoluta. Sono portavoce di una grande protesta a nome degli Stati Uniti”.
“A mio parere, l’ultimo commento del signor Falk è stato talmente nocivo che dovrebbe essere finalmente chiaro a tutti che non è più adeguato a ricoprire il posto che occupa alle Nazioni Unite”, ha detto la Rice.
“Gli Stati Uniti sono profondamente impegnati nella causa dei diritti umani e riteniamo che questo impegno sarà tanto più efficace se il signor Falk si farà da parte assieme al baldacchino di insensatezze che ha deciso di creare.”

I funzionari delle Nazioni Unite ha detto che Falk non è stato richiamato da Ban, ma dalla sede di Ginevra del consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite. Il Consiglio deciderà il futuro di Falk.
Parlando a Ginevra, il leader delle Nazioni Unite ha espresso lo shock per i commenti di Falk.
“Voglio dirvi chiaramente e direttamente che condanno questo tipo di retorica incendiaria…E ‘assurdo…Un affronto alla memoria delle oltre 3.000 persone che morirono in quel tragico attentato,” ha detto Ban.

“Vorrei far notare che Stati Uniti e molti altri diplomatici sono usciti dall’aula in segno di protesta, nel settembre 2010 quando il presidente iraniano, Ahmadinejad, fece osservazioni simili davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.”
Il leader iraniano mise in dubbio le cause degli attentati dell’11 settembre, nel suo discorso all’Assemblea Generale lo scorso anno.

Come gli Usa si sono inventati Al-Qaeda

Al Qaeda fù creata dagli Stati Uniti, in particolare fù un prodotto della destra conservatrice americana. Se ‘al Qaeda’ non è mai esistita, poco importa, la si inventa e la si chiama in causa per giustificare le guerre all’estero e il giro di vite sulle libertà personali!
Chi la ha creata la ha fatta esistere virtualmente attraverso la stampa i comunicati stampa, la propaganda e le bugie intenzionali
che hanno tentato di abbindolare il pubblico americano!

Bin Laden dovrebbe pagare un canone alla destra conservatrice degli Stati Uniti poichè egli è stato beneficiario di una celebrità improvvisa,è stato elevato ad arci nemico degli Stati Uniti! La sua persona è falsamente caratterizzata dal ‘mega-terrorista’ ideatore di una sinistra Organizzazione terroristica che assomiglia ad una piovra con tentacoli in ogni attacco terroristico reale o fittizio. Non si era mai visto nulla di simile, per lo meno da quando Bond aveva combattuto SPECTRE, un’organizzazione terroristica malvagia,specializzata nel terrorismo e nell’estorsione. La parte di Blofeld è interpretata da Bin Laden.

E’ tutta una bufala!

E ‘stata la CIA a creare quell’immagine di Bin Laden che lo vede come sinistro terrorista, che comanda una rete capillare in tutto il mondo dalle profondità di una grotta a Tora Bora. Una fiction scarsa. Molti produttori di Hollywood avrebbero riso dai loro uffici sentendo una trama del genere! Sembra la brutta copia di Ali baba e i 40 ladroni. L’immediata accettazione della teoria ufficiale di Bush dimostra lo scarso QI di coloro che insistono nel crederci. La consolazione è questa: la CIA non ha alcun futuro a Hollywood!
Una ciofeca di b-movie!
Secondo la versione ufficiale della menzogna (caritatevolmente: del ‘mito’) la storia fù questa: la CIA e l’Arabia Saudita finanziarono ed armarono Bin Laden per tutti gli anni 80. La sua missione? impossibile: scatenare la jihad contro l’occupazione russa dell’Afghanistan. In effetti, Bin Laden stava lavorando per la CIA.
Semplicemente-Al-Qaeda significa “la base”, in questo caso- il database dei computer contenenti i dati di migliaia di mujaheddin addestrati e reclutati dalla CIA. La missione: sconfiggere i russi. Questa è roba da James Bond durante la guerra fredda solamente scritta male. La vita, a volte, imita i film di spionaggio.
Il problema è emerso nel corso del tempo: Washington non sapeva cosa fare con questo ‘database’,questo network ormai obsoleto, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Bin Laden fù solo il capro espiatorio ideale per un lavoro interno che sarebbe diventato il pretesto, l’uomo nero, citato per giustificare una guerra per le risorse petrolifere nell’Iraq e per il papavero (oppio) in Afghanistan.
L’inventore del nome ‘al Qaeda’ è Sir Robin Cook, l’ex ministro degli Esteri britannico. Cook si dimise dal suo lavoro, per evitare possibili scandali.

Cablegate: Saddam vuole essere amico degli Usa, messaggio a Bush

SOMMARIO:

Saddam disse all’ambasciatore, il 25 luglio, che Mubarak aveva organizzato un incontro tra le delegazioni kuwaitiane e irachene A RIYADH, e che il 28 luglio, 29 o 30, il principe ereditario del Kuwait arriverà a BAGHDAD per iniziare dei seri negoziati. Saddam promise a Mubarak che “nulla sarebbe capitato” prima di quei giorni.

– Saddam desiderava trasmettere un messaggio importante al presidente Bush: L’ Iraq vuole l’amicizia, ma gli Stati Uniti lo vogliono altrettanto? In Iraq le vittime innocenti della guerra sono state oltre 100.000, ed il paese è ora così povero che le pensioni per gli orfani di guerra verranno presto tagliate; Nonostante la situazione l’elite del Kuwait non accetta le norme dell’Opec. L’Iraq è distrutto dalla guerra, ma il Kuwait ha ignorato la diplomazia. Le manovre del governo americano condotte assieme agli Emirati Arabi Uniti incoraggeranno questi ultimi e il Kuwait ad ignorare la diplomazia convenzionale. Se l’Iraq verrà pubblicamente umiliato dal governo USA, risponderà, per quanto la scelta possa sembrare irrazionale.

Saddam era cordiale, ragionevole e perfino caldo durante il colloquio di due ore, ed espresse all’ambasciatore il desiderio di comunicare un messaggio a Bush.

Analizzando le sue parole con attenzione, Saddam disse che ci sono “alcuni ambienti”  all’interno del governo americano, come la Cia e il Dipartimento di Stato, escludendo il presidente e il segretario, che non sono amichevoli nei confronti delle relazioni Usa-Iraq. Ha poi elencato una serie di motivazioni a sostegno della sua tesi: «alcuni circoli stanno raccogliendo informazioni sul possibile successore di Saddam, “hanno mantenuto i contatti nel golfo ma, allo stesso tempo, hanno evitato che gli aiuti raggiungessero l’Iraq.

L’Iraq, ha sottolineato il presidente, è in forti difficoltà finanziarie, con 40 miliardi di dollari di debito.

Riprendendo l’elenco di motivazioni per il quale Saddam accusava “Alcuni ambienti” nel governo americano di fare il gioco sporco, ha ricordato la “CAMPAGNA USIA” che venne condotta contro lui stesso, e il generale assalto dei media all’Iraq e al suo presidente.

Nonostante tutte queste frecciate, Saddam disse di avere ancora la speranza di sviluppare un buon rapporto con gli Usa. Coloro i quali vogliono con vigore abbassare il prezzo del petrolio si stanno impegnando in una guerra economica e l’Iraq non può accettare tale affronto.

Per vedere il cable originale clicca qui