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La guerra in Iran è solo questione di tempo
Due settimane fa, degli iraniani sono stati soccorsi dalla Marina degli Stati Uniti mentre la loro nave veniva dirottata da dei pirati. La settimana scorsa, l’esercito statunitense ha salvato una nave che stava affondando nel Golfo Persico. E’ un peccato che la buona volontà non sia suffiicente per fermare la prossima guerra all’Iran. Le notizie, in queste ultime settimane, sembrano dare un poderoso avvertimento sullo scoppio dell’imminente conflitto. L’Occidente, guidato dagli americani, sta imponendo maggiori sanzioni che andranno a colpire gli interessi finanziari e petroliferi iraniani. La tensione è aumentata dalla settimana in cui l’Iran ha sostenuto fermamente che il suo programma nucleare fosse unicamente rivolto alla produzione di energia. Le nuove sanzioni verranno messe in atto in circa sei mesi.
L’Iran ha minacciato di chiudere lo Stretto di Hormuz se le sanzioni venissero realmente imposte. L’Iran ha anche messo in guardia i produttori di petrolio del Golfo avvertendoli di non aumentare la produzione del greggio in caso di un embargo, che potrebbe rallentare o fermare totalmente l’export dalla regione. Gli Stati Uniti hanno messo in guardia l’Iran sul non bloccare questo stretto passaggio dal quale passa, ogni anno, il 40% del petrolio mondiale. Il Pentagono ha affermato categoricamente che questo non accadrà. Nel frattempo, gli USA hanno avvertito Israele di non attaccare l’Iran. Il Wall Street Journal riporta, in un articolo del week end appena trascorso, “I leader della difesa americani sono sempre più preoccupati dal fatto che Isrele stia per condurre, a dispetto delle loro obiezioni, una azione militare contro l’Iran, intensificando la pianificazione di emergenza per salvaguardare le strutture degli Stati Uniti nella regione in caso di conflitto. Il segretario alla difesa del presidente Barack Obama, Leon Panetta e altri alti funzionari hanno consegnato una serie di messaggi privati ai leader israeliani avvertendoli circa le conseguenze disastrose di un attacco. Gli Stati Uniti vogliono che Israele dia più tempo all’Iran, in modo che le sanzioni e le altre misure, intese a fiaccare ed eliminare gli sforzi del paese, verso la costruzione di armi atomiche, abbiano effetto. “(Clicca qui per il report completo WSJ).
Gli alti funzionari del governo israeliano si sono sentiti frustrati dal fatto che gli Stati Uniti non agiscano più in fretta nell’intento di contrastare il programma nucleare iraniano. Reuters ha riferito ieri:”Moshe Yaalon, il vice primo ministro, Israeliano ha comparato l’atteggiamento dell’amministrazione Obama a quella di Francia e Gran Bretagna, che, a quanto riferisce prendono molto più seriamente l’argomento, sostenendo la necessità di sanzioni immediate per l’Iran. Negli Stati Uniti, il Senato ha approvato una risoluzione, con una maggioranza di 100-a-uno, per imporre queste sanzioni, nonostante ciò nell’amministrazione americana permangono esitazioni per la paura dell’aumento dei prezzi del petrolio, considerando anche che siamo nell’anno delle elezioni. Tutto ciò è una delusione. ‘Yaalon su Radio Israele. “(Clicca qui per leggere la storia completa Reuters.)
Le tensioni sono ancora più bollenti dopo l’assassinio di un giovane scienziato nucleare iraniano a Teheran la scorsa settimana. Mostafa Ahmadi Roshan è stato ucciso da un’autobomba. Gli Stati Uniti dicono di non aveva niente a che fare con l’omicidio. Gli iraniani sospettano che l’attentato sia di matrice israeliana, anche se il paese non se ne è assunto la responsabilità (ancora). Non importa da dove provenisse, l’Iran è indignato da quello che in occidente verrebbe chiamato atto di terrorismo. Il New York Times della scorsa settimana: “L’Iran è furibondo nei confrondi di Israele e Stati Uniti dopo l’autobomba che ha ucciso uno scienziato nucleare a Teheran mercoledì, segnalando che il suo Corpo di Guardie Rivoluzionarie islamiche potrebbe cercar vendetta. La notizia della morte dello scienziato iraniano ha dominato i media nazionali, conditi anche da denunce al vetriolo sia verso Israele, visto che l’Iran vede il paese come il principale sospetto dell’attentato, sia verso gli Stati Uniti, dove gli alti funzionari hanno usato termini inadeguati per togliersi da ogni responsabilità. I funzionari israeliani, che considerano l’Iran come il nemico principale del loro paese, non hanno categoricamente negato il loro ruolo nell’omicidio, che entra a far parte di un contesto di crescente pressione nei confronti dell’Iran e del suo controverso programma nucleare. “(Clicca qui per leggere la storia completa NYT. )
La storia è confusa e i funzionari degli Stati Uniti di ieri e di oggi sembrano in disaccordo sul programma nucleare iraniano. Il segretario alla Difesa americano Leon Panetta, disse poco più di una settimana fa: “Stanno cercando di sviluppare un’arma nucleare? No. Ma sappiamo che stanno cercando di sviluppare un potenziale nucleare, ed è quello che ci interessa. “(Clicca qui per la storia completa.) John Bolton, ex ambasciatore USA alle Nazioni Unite, ha affermato, durante il fine settimana, che l’Iran potrebbe costruire una bomba atomica in “meno di un anno.” (Clicca qui per maggiori informazioni su questa storia.) Tutto questo si svolge sullo sfondo di un addensamento militare da parte degli Stati Uniti con un nuovo gruppo di portaerei dispiegate nel Mare Arabico e un’altro è in arrivo. (Clicca qui per maggiori informazioni su questa storia.) Che tutto questo faccia parte del piano per il Medio Oriente che il generale americano Wesley Clark (in pensione) descrisse nel marzo del 2007? Clark disse che l’esercito americano stavano progettando il crolloo sistematico di Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran. (Clicca per ascoltare il generale Clark per te.)
Piano o non piano, le tensioni stanno aumentando e non solo con l’Iran, ma anche con la Cina e la Russia. Entrambe sono alleate, ed entrambi i paesi hanno affermato che sarebbero venuti in soccorso dell”Iran, se attaccato. Proprio ieri, il vice primo ministro russo Dmitry Rogozin ha detto, “L’Iran è il nostro prossimo vicino, appena a sud del Caucaso. Se dovesse succedere qualcosa in Iran, se dovesse essere coinvolto in qualche difficolta politica o militare, questa sarebbe una diretta minaccia alla nostra sicurezza nazionale “. (Clicca qui per saperne di più su questa storia da Russia Today.) Attaccare l’Iran non sarà facile come attaccare l’Iraq, l’Afghanistan o la Libia. Quei paesi non avevano alleati, ma per l’Iran è diverso. Cina e Russia forniscono ingente forza militare. Se l’Iran venisse attaccato per non voler rinunciare al suo programma nucleare, in breve tempo tutto ciò si potrebbe trasformare in una terza Guerra Mondiale.
Israele (Sionisti) vende 69 missili “patriot” alla Cina
Quando lo ho letto, stentavo a crederci. Incredibile! Qualsiasi persona con una mente critica e qualsiasi contribuente americano dovrebbero sentirsi furiosi per quello che è successo. Oltre che agli ovvi pericoli strategici, è stato un vero e proprio furto agli statunitensi che pagano le tasse. La storia è talmente scottante, che ovviamente non ne sentirete mai parlare dai media Usa controllati dalle elite sioniste (tantomeno in quelli europei).
Le autorità finlandesi, durante una perquisizione di routine, hanno scoperto una spedizione etichettata come “fuochi d’artificio” a bordo di una nave diretta a Shanghai, in Cina. Il carico conteneva 69 Super Missili Patriot statunitensi e 160 tonnellate di esplosivi di fascia alta, con materiali per creare ogni sorta di bomba, compresi i dispositivi di implosione al plutonio (Bomba Atomica).
Il porto da dove è partito il Cargo in Germania è abbastanza vicino all’aeroporto di Schipol in Olanda, dove il personale del comando di trasporto dell’US Air Force afferma che i trasferimenti di alta tecnologia verso Israele vengono sistematicamente inviati ad “impianti sicuri”. Presumibilmente, i Paesi Bassi e la Germania sono nazioni sovrane, la costante però è la stessa degli Stati Uniti: I ricchi ebrei (sionisti) pensano di poter fare quello che vogliono nei paesi occidentali.
Dalle indicazioni giunte su questo caso, non ci sono dubbi sul fatto che Israele stesse vendendo dei missili alla Cina. I Sionisti venderebbero le loro madri per guadagnarci un euro .
La realtà dei fatti per l’America è questa: Israele e i sionisti stanno dilaniando in lungo e in largo il paese. In realtà lo stanno già facendo da tempo.
Si suppone che nessun’altra nazione possa entrare in possesso di Patriots di questo livello (PAC3), ad eccezione della “piccola e assediata” Israele – da sempre ritratta mediaticamente “sotto assedio” (in realtà è più vero il contrario). La Cina poi è un paese con il quale l’America potrebbe avere seri problemi lungo la strada, probabilmente in un futuro vicino, a causa di Iran e Taiwan. Agli avari, sionisti non importa nulla delle pugnalate alle spalle.
Quasi certamente, i cinesi stavano comprando queste armi da Israele. Le autorità cinesi hanno cercato di rivendicare il fatto che i missili fossero destinati alla Corea del Sud, tuttavia i funzionari del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti hanno confermato che la Corea del Sud non ha la tecnologia di difesa della Iron Dome, necessaria per lo sviluppo di queste armi. Oltre agli Usa, solo “l’alleato più fedele”, Israele, ha installato questo sistema.
Perchè poi, gli americani dovrebbero spedire missili Patriot alla Corea tramite un porto europeo, nascosti dall’etichetta “fuochi d’artificio”? (sembra umorismo ebreo pensandoci bene). Gli avrebbero inviati direttamente dall’America!
Israele sembra essere il secondo fornitore di hardware militare della Cina, dietro solo alla Russia. Divertente, come questo fatto schiacciante non venga mai evidenziato dai media controllati dai sionisti.
Approfondendo l’argomento si scopre, che l’intero carico di missili aveva un valore di 4 miliardi di dollari, un buon bottino dato che Israele gli ha ottenuti molto probabilmente a titolo gratuito. I contribuenti americani sono coloro che pagano per tutto questo..
Questa non è la prima volta che Israele agisce in questo modo. Negli anni ’60 i sionisti rubarono materiali fissili da NUMEC in Pennsylvania, proprio sotto gli occhi del FBI, a cui venne ordinato di non fare nulla (il proprietario dell’impianto era ebreo). Questo aiutò Israele a costruire le sue prime bombe atomiche.
Vendettero anche la tecnologia dei Droni Predator e dei missili Python 3 (basati sui Sidewinder) alla Cina. Quest’ultima ha certamente svolto delle operazioni di “reverse engineering” su molte delle tecnologie vendutele da Israele. Ma ai sionisti non importa.
A quanto pare, hanno venduto loro anche i piani della 5a generazione degli F-22 Raptor, rubati questa volta dall’Ebreo “americano” Jonathan Pollard. Pollard si è anche scucito sul sistema di puntamento dell’ICBM e ha rivelato i nomi delle spie americane in Russia ai Sionisti;, che le hanno poi rivendute/regalate alla Russia in modo che gli ebrei – russi “vittimizzati” avrebbero potuto immigrare negli states negli anni ’80 (insieme con i criminali della Mafia Rossa che i russi non volevano). Grazie ai senatori ebrei e ai membri del Congresso a Capitol Hill, i contribuenti americani finiranno per pagare il piano per le pensioni russe che gli ebrei si lasciarono alle spalle. Decine di spie americane vennero uccise per mano del KGB, ma i sionisti si innervosiscono al pensiero di un “patriottico” (per Israele) Pollard che langue in una prigione Goyim.
Questa è solo una delle molte cose venute alla luce sul conto degli ebrei negli Stati Uniti e di Israele. Chissà quante altre scorrettezze sono state fatte all’America per mantenere la loro sacra “Israele”.
Con amici così, chi diavolo ha bisogno di nemici?
Roberto Maroni: Un intervento militare Usa in Libia scatenerebbe la terza guerra mondiale
Roberto Maroni, il ministro degli interni italiano, ha affermato che “un intervento militare in Libia avrebbe come risultato l’inizio dellla Terza Guerra Mondiale”, alludendo evidentemente ai reportage che descrivono l’atteggiamento assunto dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, e dalla NATO nei confronti di questa vicenda. Intervistato dal quotidiano La Padania, Maroni ha parlato del rapporto dell’8 marzo sulla politica nei confronti della ribellione latente nella regione del Maghreb, tra la Libia e la Tunisia. Il ministro nell’articolo: “una forte azione militare, in particolare da parte degli Stati Uniti, non avrebbe fatto altro che stimolare l’unione degli Stati Arabi e le conseguenze sarebbero state devastanti”.
Maroni insiste sul fatto che la migliore linea di azione dovrebbe essere “una sorta di Piano Marshall in cui l’Europa avrebbe la possibilità di svolgere un ruolo importante” all’unisono con gli sforzi diplomatici europei. .
Maroni parla anche del problema che l’Italia si trova ad affrontare con l’arrivo dei profughi dalla Tunisia, alcuni dei quali sono sbarcati sull’isola di Lampedusa, che è più vicina all’Africa che all’Europa. Più di 1.300 rifugiati sono arrivati in meno di tre giorni. “Siamo al limite, sì, ma con il rischio di affondare. Non possiamo farcela da soli. Il primo ministro è dell’idea di risolvere i problemi alla radice e cioè nel continente africano stesso, dando soccorso ai rifugiati. Ha aggiunto che se la Tunisia non è in grado di arginare la marea di profughi , “Ce ne prenderemo cura noi.”
L’apocalittica tempesta di neve americana
Ecco come si presenta il meteo negli Stati Uniti….praticamente una enorme tempesta di neve sta congelando gli States…(Immagine del NASA Goddard)
Questa immagine è stata catturata dal satellite GOES – 13. Le aree dove i puntini sono rossi e rosa sono le zone dove la tempesta è più violenta. Gli esperti dicono che questa “massiva tempesta invernale” che ha colpito le pianure e gli stati del midwest ” continuerà ad aggravarsi.
Secondo il NOAA, la tempesta colpirà duramente il Texas stasera “, e si intensificherà rapidamente mentre si muove a nord-est in Ohio tra Martedì notte e Mercoledì, per poi ricomparire eventualmente nelle coste del New England.”
Alla faccia del riscaldamento globale!
Italeaks
I DIPLOMATICI A MOSCA SI LAMENTANO DEL RAPPORTO BERLUSCONI – PUTIN
Questo Cable è controverso. In effetti sembra essere stato diramato dall’ambasciata americana a Mosca, però il The Guardian lo da come originario dall’Italia. Purtroppo vista la complessità nel trattare queste informazioni è difficile sapere se il The Guardian abbia fatto un errore, ma è probabile che sia così. Il cable racconta di una fonte (che è stata censurata) che, a pranzo con il diplomatico americano a Mosca, esprime frustrazione per il rapporto fin troppo stretto fra Berlusconi e Putin. Questo rapporto, secondo la fonte, terrebbe talvolta gli stessi diplomatici all’oscuro sulle scelte prese dai Primi Ministri. Il cable è datato 5 Febbraio 2010, è classificato come confidenziale ed è stato redatto probabilmente da John Beyrle, diplomatico americano a Mosca.
Di cosa si parla in questo cable:
- Una fonte di Beyrle si definisce “frustrata” per la “linea diretta” fra Berlusconi e Putin, che terrebbe anche gli stessi diplomatici all’oscuro sulle scelte prese.
- I diplomatici non sarebbero a conoscenza dei retroscena, per quel che concerne le scelte prese nei rapporti Italia-Russia, l’unica informazione che avrebbero è “che Berlusconi e Putin approvano” le scelte in questione.
- La burocrazia risentirebbe di questo comportamento in linea di massima, anche se a volte questa linea si rivela sbrigativa e positiva.
- Un esempio citato è quello di Gazprom che avrebbe scelto di vendere in Italia mediante Eni (20% delle forniture Eni proverrebbero da Gazprom) a prezzo di mercato (e non sottoprezzo come inizialmente Gazprom aveva deciso di fare) solo dopo un colloquio privato fra Berlusconi e Putin
- Il rappresentante di Eni a Mosca si rifiuterebbe di dialogare con ambasciate straniere, ma solo da due anni a questa parte
- Secondo la fonte ‘censurata’ nel documenti il responsabile Eni a Mosca avrebbe ricevuto ordini di rispondere solo a Roma e di non parlare con “ambasciatori stranieri”
- Enel avrebbe investito circa 6 miliardi di dollari in USA. Leggi l’originale
INCONTRO CON BERLUSCONI IN CONVALESCENZA
Questo documento è il sunto di un incontro per un pranzo privato fra Berlusconi e l’ambasciatore David H. Thorne. L’incontro è un pranzo fra il Presidente del Consiglio e l’ambasciatore italiano, all’incontro è presente anche Gianni Letta, che ha accompagnato l’ambasciatore nella residenza milanese di Berlusconi. Berlusconi è ancora in convalescenza in seguito all’aggressione subita a Milano da parte di Massimo Tartaglia. Il cable è datato 1 Gennaio 2010, l’incontro è avvenuto il 30 Dicembre 2010. L’autore del cable è David H. Thorne, Ambasciatore USA a Roma.
In questo cable si parla di:
- Berlusconi è ancora ferito e fasciato per l’attacco subito in Dicembre, ma appare comunque ottimista e desideroso di mostrare i suoi progetti per “spingere” l’elite italiana, nonché di condividere pensieri su personaggi politici europei ed italiani
- I progetti di Berlusconi prevedono la realizzazione di una scuola privata per “l’italian elite”.
- Berlusconi è “depresso” per via dell’attentato di Tartaglia: lui è un imprenditore, vuole che tutti lo amino (parole di Gianni Letta)
- Berlusconi ha “sfacciatamente dichiarato”, durante il pranzo, che l’Italia ha messo gli USA al primo posto nelle politiche internazionali e che l’Italia è pronta ad aiutare l’america in qualunque modo possibile
- Secondo Berlusconi l’influenza ed il potere di Sarkozy sono molto scemati nell’ultimo anno e non ha più il potere che il leader francese aveva un anno prima
- Berlusconi elogia il rapporto fra Putin e Medvedev e, neanche a dirlo, i saluti dopo pranzo vengono interrotti da una telefonata di Putin
- Berlusconi esprime “sgomento” per le politiche repressive iraniane ed offre all’ambasciatore USA piena collaborazione sul trattamento delle dinamiche di Teheran, mettendo a disposizione anche i servizi italiani.
- “Senza mezzi termini” Berlusconi descrive all’ambasciatore americano i magistrati italiani come “un grande problema” dicendosi pronto a stringere un alleanza con il centrosinistra pur di attuare la riforma della giustizia
- Berlusconi e Letta mostrano un grande rispetto per i leader dell’opposizione, ed elogiano Pierluigi Bersani come un “duro avversario, dotato di una intelligenza superiore”
- Letta, lontano da Berlusconi, si complimenta anche per l’operato di Massimo D’Alema che avrebbe fatto delle scelte positive molto difficili nei Balcani. L’efficienza di D’Alema è la ragione per cui Berlusconi avrebbe spinto pesantemente al fine di averlo come Ministro degli Esteri UE, nonostante le loro differenze.
- Letta non esprime giudizio su Antonio Di Pietro, non avendo idea di quali saranno le scelte politiche di questo negli anni a venire
- Berlusconi e Letta esprimono entrambi “preoccupazione” per l’evolversi della crisi economica nel 2010. I due valutano che l’Italia abbia reagito bene nell’anno decorso, ma sono preoccupati rispetto alla creazione di posti di lavoro nel 2010.
- Berlusconi annuncia che guiderà l’ambasciatore personalmente in una visita a Roma, nello specifico gli mostrerà il suo progetto di un’Accademia per “l’elite italiana”. Il palazzo “Villa Gernetto”, completamente ristrutturato, ospiterà una scuola speciale per 100 giovani meritevoli e sarà interamente finanziata dalla fortuna personale di Silvio Berlusconi. L’apertura è prevista per Marzo 2010. Berlusconi in merito annuncia che sceglierà personalmente gli studenti. Leggi l’originale
PREPARAZIONE DELL’INCONTRO OBAMA – BERLUSCONI 15/06/2009
Questo documento è una relazione su Berlusconi ed il suo operato in vista dell’incontro fra il Premier italiano ed il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L’autore del cable è Elizabeth L. Diddle, incaricato affari esteri all’ambasciata USA a Roma. Il cable è datato 9 Giugno 2009 ed è classificato come confidenziale.
In questo cable si parla di:
- Berlusconi viene raccontato dal punto di vista delle scelte politiche
- Gli atteggiamenti di Berlusconi spesso frivoli e le sue numerose gaffe avrebbero fatto sì che molti (anche all’interno del Governo USA) siano convinti che lui sia un leader europeo inefficiente, vanitoso ed inetto.
- Berlusconi verrebbe descritto come arrogante ma prezioso alleato nelle vicende internazionali
- La gestione della crisi economica sarebbe stata “prudente” sotto il Governo Berlusconi
- Il parere di Berlusconi sarebbe stato favorevole rispetto alla chiusura della prigione di Guantanamo
- Il parere di Berlusconi sull’operato della NATO sarebbe “distorto” dai rapporti molto intimi e proficui a livello economico e personale che il Presidente del Consiglio intrattiene con la Russia e Vladimir Putin
- La posizione di Berlusconi rispetto a Vladimir Putin cozzerebbe con la politica ONU di ridurre la dipendenza energetica europea rispetto alla Russia
- Bisogna, secondo chi scrive il cable, chiarire con Berlusconi che la politica di gestione del nucleare dev’essere trasparente ed onesta, affinché gli americani possano entrare in concorrenza leale con la Russia nell’appalto del know-how necessario alla realizzazione delle centrali
- Berlusconi negozierebbe con la Libia al fine di ottenere non solo una riduzione del flusso migratorio verso l’Italia, ma anche in funzione dell’ingresso dell’Eni nel mercato del petrolio libico
- Berlusconi si è fortemente impegnato nel mantenimento delle truppe in Afghanistan ma è sceso dal quarto al sesto posto sulla scala dei contribuenti ISAF. L’Italia sarebbe stata “anemica” in questo frangente tagliando fortemente il budget delle missioni ma gli americani sono certi che con le dovute “pressioni” verso Berlusconi otterrebbero certamente una risposta positiva.
- La politica italiana sulla presenza di basi americane in Italia è ben vista da chi scrive il cable, vengono elogiate disponibilità e persecuzione di una linea che permetta agli americani una buona presenza sul suolo italiano, con oltre 15.000 unità.
- Berlusconi fa molte gaffe, ha atteggiamenti frivoli e discutibili, ma tagliare i legami con lui sarebbe sbagliato. E’ un alleato fedele, ammira l’america e intende consolidare i rapporti con essa sempre di più. Nonostante i suoi difetti è stato una pietra miliare nella politica italiana degli ultimi 15 anni e tutto fa pensare che questa presenza durerà ancora a lungo. Leggi l’originale
LE RELAZIONI ITALIA – RUSSIA VISTE DA ROMA
Questo documento, diversamente dai due diramati in precedenza, non è il verbale di una riunione. E’ invece una relazione sui rapporti bilaterali fra Russia e Italia, fra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Il cable è datato 26 Gennaio 2009. L’autore del cable è l’allora ambasciatore americano a Roma, Ronald P. Spogli. Il cable è classificato come segreto.
Di cosa si parla in questo documento:
- la scarsa influenza che Frattini avrebbe nei confronti di Berlusconi riguardo le politiche estere in Russia
- l’ambasciatore della Georgia a Roma riporta al collega statunitense che secondo il loro Governo Putin avrebbe promesso a Berlusconi dei proventi nella costruzione di gasdotti
- le percentuali di export italiano in Russia aumentano del 230%
- Berlusconi e Putin si scambierebbero “costosi regali” secondo una fonte dell’ufficio della Presidenza del Consiglio
- l’assistente particolare (definizione Wikipedia) di Berlusconi, Valentino Valentini, si recherebbe spesso in Russia e sarebbe il suo “uomo chiave” in territorio elvetico ma per l’ambasciata “non è chiaro” cosa andrebbe a fare
- l’ambasciatore americano sarebbe “irritato” dalla presenza di Berlusconi nella costruzione di rapporti fra Russia e USA e riterrebbe di dovergli mandare “un segnale”.Leggi l’originale
IL SEGRETARIO DELLA DIFESA AVVERTE FRATTINI: IMMINENTE GUERRA CON L’IRAN
Il Segretario alla Difesa Robert Gates (SecDef) si è incontrato con il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini nel corso di una visita ufficiale a Roma l’8 febbraio. Il Cable è datato 22 Gennaio 2010.
Di cosa si parla in questo cable:
- Strategie in Afghanistan
- Possibilità di guerra in Iran
- Operazioni nel Corno d’Africa
Leggi l’originale
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CableGate: I punti chiave
Afghanistan: Karzai e la corruzione
“Cables” da Karl Eikenberry, ambasciatore statunitense in Afghanistan, rivelano preoccupazione sia da parte degli Stati Uniti che da parte degli altri capi di stato stranieri circa l’idoneità nel governare del presidente Hamid Karzai.
In un “cable” del luglio 2009 pubblicato dal Guardian, il signor Eikenberry descrive Karzai come “un individuo paranoico che non ha familiarità con le basi del “Nation-building” e che è “troppo egocentrico “, egocentrismo che avrebbe fatto perdere lui il favore della comunità internazionale.
Ma viene anche considerato un “politico scaltro che vede se stesso come un eroe nazionalista”.
Diversi funzionari afgani e stranieri reputano Karzai come un “debole” che sta perdendo la sua influenza.
Il Signor Eikenberry scrive anche di una diffusa corruzione tra i funzionari afghani, citando come esempi le grandi quantità di denaro portate fuori dal paese.
In un rapporto dell’ottobre 2009, parla del fratello di Karzai, Ahmad Wali Karzai, definendolo come “palesemente corrotto e un trafficante di stupefacenti”, aggiunge inoltre che la richiesta di finanziamento del capo di stato per progetti su larga scala “deve essere studiata con una sana dose di scetticismo “.
Cina: Missili e Hacking
Nel novembre del 2007, gli Stati Uniti hanno esortato Pechino a fermare la spedizione di componenti per missili balistici della Corea del Nord all’Iran, secondo un “cable” pubblicato dal Guardian.
Le merci venivano spostate attraverso Pechino e Washington ha preteso una “risposta sostanziale” alla loro richiesta.
“Abbiamo valutato che il modo migliore per prevenire queste spedizioni in futuro è che le autorità cinesi prendano provvedimenti … che renderanno l’aeroporto di Pechino un punto per il trasferimento meno ospitale”, afferma il “cable”.
La Cina è stata citata in un altro “cable”, ha riferito il New York Times, riguardo alla preoccupazione per il suo presunto, crescente utilizzo della pirateria informatica su larga scala.
Il “cable” sostiene che la Cina dal 2002 ha assunto una rete di hacker ed esperti di sicurezza privata che sono riusciti ad accedere ai computer del governo degli Stati Uniti, a quelli delle imprese, a quelli degli alleati occidentali e a quelli del Dalai Lama.
Il “cable” cita un “contatto cinese” che ci dice che il governo cinese era il deus ex machina dietro l’hacking dei sistemi informatici di Google del paese, nel mese di gennaio.
Germania: Tecniche di persuasione
Nel 2004, un cittadino tedesco è stato rapito in Macedonia e presumibilmente portato in una prigione segreta della CIA. Gli agenti lo avevano scambiato per un sospetto di al-Qaeda.
Un “cable” del 2007 dall’ambasciata americana a Berlino spiega nel dettaglio gli sforzi compiuti dagli Stati Uniti al fine di convincere la Germania a non emettere mandati di arresto internazionale per gli agenti della CIA coinvolti nella cattura.
In un resoconto di una riunione ad alto livello tra i funzionari statunitensi e tedeschi, i “cables” ci dicono che i diplomatici Usa “hanno sottolineato che la nostra intenzione non era quella di minacciare la Germania, ma piuttosto di sollecitare il governo tedesco nel pesare attentamente ogni passo in modo da evitare implicazioni che potrebbero danneggiare le relazioni con gli Stati Uniti “
Guantanamo
I “cables” sembrano rivelare le discussioni tra i vari paesi su come quest’ultimi si sarebbero comportati riguardo la vicenda dei prigionieri liberati dalla struttura di detenzione di Guantanamo Bay.
Alla Slovenia è stata offerta la possibilità di incontrare il presidente Barack Obama, se avesse accolto un prigioniero, mentre a Kiribati, nel Pacifico del Sud, vennero offerti milioni di dollari di incentivi. Bruxelles ha espresso ottimismo nell’accogliere i prigionieri in quanto potrebbe essere “un metodo a basso costo per il Belgio per assumere maggior importanza a livello europeo”.
Altri dispacci suggeriscono che Pechino si infuriò per il rifiuto degli Stati Uniti di inviare i prigionieri Uiguri da Guantanamo alla Cina, il loro ambasciatore in Kirghizistan chiamò questo atto “uno schiaffo in faccia”. La Germania e la Finlandia sono state presumibilmente messe in guardia da parte della Cina su un possibile danno bilaterale alle relazioni, qualora avessero accettato di prendere uno qualsiasi dei prigionieri.
L’attacco all’Iran
Molti leader arabi e i loro rappresentanti vengono segnalati in quanto esortarono gli Stati Uniti a condurre un attacco contro l’Iran per porre fine al sospetto programma nucleare.
In un telegramma dell’aprile del 2008, l’ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir, ricordò le “frequenti esortazioni” del re Abdullah affinchè gli Stati Uniti attaccassero l’Iran.
L’ambasciatore Al-Jubeir riferì come il re volesse che gli Stati Uniti “tagliassero la testa al serpente”, il telegramma riferisce anche che il ministro degli esteri saudita era meno estremo, chiedendo infatti “solo” sanzioni più severe contro Teheran.
Durante un incontro tra il re Hamad bin Isa al-Khalifa del Bahrain e il generale americano David Petraeus, il re disse agli Stati Uniti che dovevano fermare il programma nucleare iraniano “con ogni mezzo necessario”.
“Il pericolo di lasciarlo proseguire è maggiore del pericolo che si potrebbe avere nel fermarlo”, citazione dal telegramma dell’ambasciatore Adam Ereli, datato novembre 2009.
In un telegramma del 2006, il principe ereditario di Abu Dhabi, lo sceicco Mohammad bin Zayed, disse agli Stati Uniti che era fermamente convinto che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad “volesse scatenare una guerra contro di loro”.
Nel frattempo, il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha utilizzato un maggio 2009 visita di una delegazione del Congresso di Tel Aviv per avvertire che il tempo stava scadendo per fermare il programma nucleare iraniano.
“Barak ha stimato una finestra compresa tra sei e 18 mesi da oggi, in cui fermare l’Iran si doti di armi nucleari potrebbe essere ancora valida”, dice un cavo inviato a Washington l’ambasciatore degli Stati Uniti il mese successivo.
“Dopo di che, ha detto qualsiasi soluzione militare potrebbe causare un danno collaterale accettabile”.
Le due coree: Relazioni con la Cina
Pechino è sempre più insoddisfatta dal comportamento della Corea del Nord, ciò è dimostrato dall’avvertimento di una ambasciatore cinese che giudica il programma nucleare di Pyongyang “una minaccia alla sicurezza del mondo intero”.
Secondo i vertici della Corea del Sud, molti funzionari cinesi stavano cominciando a pensare che la penisola coreana dovesse essere riunificata sotto il controllo di Seoul.
Gli stessi hanno aggiunto che la Cina era pronta ad “affrontare la nuova realtà” e cioè che il Nord Corea fosse di poco valore come stato cuscinetto per Pechino.
Il vice ministro degli Esteri cinese He Yafei avrebbe detto che Pyongyang si comportava come un “bambino viziato”.
I funzionari di Stati Uniti e Corea del Sud hanno discusso i piani per una Corea unita.
L’ambasciatore americano a Seoul ha detto che la Corea del Sud considera l’offerta di incentivi commerciali per la Cina per “aiutare a smussare” “le preoccupazioni di Pechino per la riunificazione della Corea”.
Pakistan:Paure per il nucleare
I diplomatici statunitensi e britannici temevano che il materiale nucleare del Pakistan potesse cadere nelle mani dei terroristi, il Guardian riporta alcuni dei “cables” rivelatori.
“Cables” riportati sul New York Times rivelano che gli Stati Uniti stanno provando a rimuovere dell’uranio altamente arricchito da un reattore per la ricerca in Pakistan dal 2007.
In un “cable” del maggio 2009, l’ambasciatore statunitense Anne W Patterson ha detto che il Pakistan rifiutò la visita di esperti dagli Stati Uniti. Lo fa citando gli stessi funzionari del Pakistan “la rimozione del carburante verrebbe vista in Pakistan, come un furto delle nostre armi atomiche da parte degli Stati Uniti.
Un altro cavo, relativa ad un briefing di intelligence degli Stati Uniti nel 2008, riportato sul Guardian, ha detto che il Pakistan era “produrre armi nucleari ad un ritmo più veloce di qualsiasi altro paese del mondo”.
Il funzionario del ministero degli Esteri russo, Yuri Korolev teme che gli estremisti islamici possano infiltrarsi nelle fila delle 120,000-130,000 persone direttamente coinvolte nei programmi nucleari e missilistici del Pakistan.
“Non vi è alcun modo per garantire che tutti siano leali e affidabili al 100%”, rivolgendosi ai funzionari Usa in febbraio.
Qatar: L’anti terrorismo
Lo stato del Qatar, che ha ospitato l’esercito americano per anni, viene descritto come il “peggiore nella regione” secondo l’anti-terrorismo.
Il “cable”, ha riferito il New York Times, dice che il servizio di sicurezza del Qatar è stato “esitante ad agire contro i terroristi noti per la preoccupazione di apparire allineati con gli Stati Uniti e provocare quindi rappresaglie”.
Russia: Virtualmente uno stato mafioso
La Russia è accusata di essere uno stato corrotto, autocratico con una leadeship incentrata sul primo ministro Vladimir Putin.
In un “cable” vi sono le direttive per i funzionari degli Stati Uniti, in cui un pubblico ministero spagnolo che si è specializzato sulle attività della mafia russa in Spagna, Jose “Pepe” Gonzales Grinda, dice che considera la Bielorussia, la Cecenia e la Russia di essere virtualmente degli “Stati mafiosi” e aggiunge che anche l’Ucraina è sulla buona strada per diventarlo.
In un altro “cable” del febbraio 2010, l’ambasciatore americano a Mosca, John Beyrle descrive in dettaglio il “mondo oscuro e corrotto delle pratiche commerciali” sotto l’ex sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, “con i funzionari corrotti che richiedono tangenti dalle imprese che tentano di mettere radici nella città”.
“I collegamenti diretti tra il governo della città di Mosca e la criminalità organizzata hanno indotto alcuni a chiamarlo ‘disfunzionale’, e di affermare che il governo funziona più come una cleptocrazia che come un governo”, scrive Beyrle.
In un altro messaggio, Michael Davenport, viene citato per aver chiamato la Russia un “autocrazia corrotta”.
Putin ha negato collegamenti con la criminalità organizzata.
Sri Lanka: Crimini di guerra
Un “cable” inviato nel gennaio 2010 dall’ambasciatore americano a Colombo, Patricia Butenis, rivela come ella credesse che il presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa fosse stato responsabile per presunti crimini di guerra durante gli stadi finale della guerra civile del paese.
Come il movimento ribelle delle Tamil Tigers fù sconfitto, si ritiene che migliaia di civili Tamil siano stati uccisi nella penisola di Jaffna dalle forze governative.
La sig.ra Butenis ha detto uno dei motivi per cui ci fosse così poco slancio verso la formazione di una inchiesta dello Sri Lanka sulle varie morti, era perchè il presidente e la ex comandante dell’esercito, Sarath Fonseka, erano coinvolti.
“Non ci sono esempi conosciuti di un regime il quale svia le indagini sui crimini di guerra delle proprie truppe o degli alti funzionari durante il periodo in cui è al potere”, ha scritto.
“In Sri Lanka ciò è ulteriormente complicato dal fatto che la responsabilità per molti presunti crimini spetta al gruppo dirigente civile e militare del paese, tra cui il presidente Rajapaksa, i suoi fratelli e il candidato dell’opposizione il Generale Fonseka”, ha aggiunto.
Il Generale Fonseka ha perso contro il signor Rajapaksa nelle elezioni presidenziali di gennaio, ed è stato poi condannato per corruzione da una corte marziale.
Entrambi gli uomini hanno negato che le truppe governative hanno commesso crimini di guerra.
Uk: La guerra in Afghanistan
I funzionari Usa e afghani credevano che le forze britanniche non fossero “all’all’altezza del compito di rendere sicura Helmand”, senza il sostegno militare degli Stati Uniti, secondo un “cable” pubblicato sul quotidiano Guardian.
Altri “cables” ci trasmettono l’insoddisfazione del popolo afghano per come le truppe britanniche stiano conducendo le operazioni nelle varie provincie. Il presidente Karzai avrebbe detto nel 2009 che otto anni prima “anche Helmand era sicuro per le ragazze che andavano a scuola. Adesso, 4000 soldati britannici (stanchi) sono ad Helmand e il popolo non è più sicuro”.
Il governatore di Helmand, Gulab Mangal, ha detto a un gruppo di americani in visita, compreso il vice-presidente Joseph Biden, che l’intervento delle truppe Usa sarebbe urgente a Sangin poichè le truppe britanniche raramente lasciano la loro base in città.
In un altro “cable”, il generale americano Dan McNeill, ha detto di essere “particolarmente turbato per lo sforzo britannico” nella lotta al traffico di stupefacenti in Afghanistan.
Egli viene citato per dimostrare che le truppe britanniche hanno “fatto un pasticcio” con le operazioni antidroga a Helmand attraverso l’impiego di tattiche “sbagliate”.
Un accordo con i talebani che ha permesso alle truppe britanniche il ritirio dalla Musa Qala nel 2006 “, aprì la porta ai narco-trafficanti in quella zona, e ora impossibile capire la differenza tra i trafficanti e gli insorti”, ha aggiunto.
Uk: Le bombe a grappolo
Il Regno Unito ha taciuto una scappatoia che permette agli Usa di continuare ad immagazzinare le bombe a grappolo nel proprio territorio nonostante un divieto internazionale sulle armi.
La Gran Bretagna fù uno dei 90 paesi che firmarono la Convenzione sulle munizioni a grappolo (CCM) nel dicembre 2008. Il trattato vieta l’uso delle bombe a grappolo e vieta i firmatari di aiutare i paesi che le usano, di stoccarli o di trasferirli.
Uk: La famiglia reale
Il principe Andrea, Duca di York, ha criticato un presunto accordo militare tra tra BAE e l’Arabia Saudita in un brunch nella capitale del Kirghizistan, Bishkek, in un “cable” del 2008 dalla ambasciata a Bishkek ..
Ha anche criticato i giornalisti, “che ficcano il naso dappertutto”.
Il principe ha detto che il Regno Unito, insieme con l’Europa occidentale e gli Stati Uniti erano “di nuovo nel mezzo del Grande Gioco” – un riferimento alla lotta del 19 ° secolo fra gli imperi britannici e russi per il controllo dell’Asia Centrale.
“E questa volta puntiamo a vincere”, ha aggiunto.
Un altro “cable” cita un alto funzionario del Commonwealth che esprime il suo dissenso nei confronti del principe Carlo, erede al trono “non trasmette lo stesso rispetto della Regina”.
Nazioni Unite: Spiate dagli Stati Uniti
Un “cable” destinato ai diplomatici statunitensi rilasciato dal segretario di Stato Hillary Clinton dice loro di raccogliere informazioni “anagrafiche e biometriche” – comprese le scansioni dell’iride, campioni di DNA e impronte digitali – dei principali funzionari alle Nazioni Unite.
Ai diplomatici è stato anche ordinato di trovare i dettagli della carta di credito, gli indirizzi e-mail e le password e le chiavi di crittografia utilizzate per le reti informatiche e nelle comunicazioni ufficiali.
I funzionari sotto copertura includono “sottosegretari, direttori di agenzie specializzate e i loro principali consiglieri, i capi delle operazioni di pace e delle missioni sul campo politico”.
Almeno nove direttive simili che coprono diversi paesi sono incluse nella release di Wikileaks, sia sotto il nome della signora Clinton che del suo predecessore, Condoleezza Rice.
I leaders mondiali
Vari leader mondiali sono stati colpiti dal ciclone Wikileaks – mostrando le poco lusinghiere opinioni che gli ambasciatori hanno di loro.
Il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi viene indicato come “irresponsabile, inutile, inefficace come leader europeo moderno” da un diplomatico degli Stati Uniti a Roma.
I diplomatici statunitensi rimasero poco impressionati dal cancelliere tedesco Angela Merkel, la descrivono come “poco propensa al rischio e raramente creativa”.
L’ex primo ministro britannico Gordon Brown tentò di trovare un accordo su Gary McKinnon, che è ricercato da Washington per l’hacking di sistemi informatici negli Stati Uniti, riporta il Guardian. Il giornale continua a descrivere il rifiuto dell’affare da parte degli Stati Uniti come un “rifiuto umiliante”.
Il capo della Banca d’Inghilterra, Mervyn King, ha descritto l’attuale primo ministro britannico David Cameron e il Cancelliere George Osborne come privi di esperienza e ha criticato la “tendenza a riflettere su questioni solo in termini di politica e su come potrebbero influire l’elettorato Tory”.
Nel 2009 un “cable” dalla ambasciata Usa a Tripoli sostiene che il leader libico Muammar Gheddafi “sembra avere un’intensa antipatia o la paura di restare ai piani superiori”.
Il “cable” dice anche che Gheddafi “fa affidamento pesantemente” sulla sua infermiera ucraina, descritta come un “voluttuosa bionda”, e si ipotizza che i due siano coinvolti in una relazione romantica.
Il primo ministro dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai viene lodato come un ” uomo coraggioso, impegnato” in un “cable” del 2007 scritto dall’allora ambasciatore di Harare, Christopher Dell.
Ma le lusinghe non durano, e il signor Dell prosegue dicendo: “. Tsvangirai è anche una figura imperfetta, non facilmente aperta a consigli, indeciso e che sceglie discutibilmente le persone che lo affiancano.”
In un altro “cable”, un ministro sudafricano spara a zero sul presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, descrivendolo come “un vecchio pazzo”.
Nel 2008, l’ambasciata di Mosca descrive il presidente russo Dmitry Medvedev come Robin e il primo ministro Vladimir Putin come il suo Batman.
I “cables” riguardano anche una relazione molto stretta tra Berlusconi e Putin.
Kim Jong della Corea del Nord è un “tipo flaccido e vecchio” che soffre di un trauma da ictus, mentre il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad viene chiamato “Hitler”.
Il presidente afghano Hamid Karzai ha liberato pericolosi detenuti e ha perdonato i sospetti trafficanti di droga, perché erano legati a personaggi potenti o storicamente significativi, viene riferito da un dispaccio del 2009.
Ecco un simpaticissimo video che descrive la situazione dei nostri leader
Yemen l’attacco dei droni
Un “cable” del gennaio 2010 ha registrato un incontro tra il presidente yemenita Abdullah Saleh e Gen Petraeus, comandante Usa in Medio Oriente. Il “cable” mostra che gli Stati Uniti stanno conducendo bombardamenti clandestini su presunti obiettivi di al-Qaeda nello Yemen, con l’approvazione del governo yemenita a Sanaa.
Il Signor Saleh critica l’uso di missili cruise contro obiettivi e ha detto che le truppe statunitensi non possono operare sul campo, ma dà il permesso ai bombardieri del Generale Petraeus di volare attorno al territorio dello Yemen, in attesa di informazioni sulla destinazione da attaccare.
Wikileaks: La verità sulla guerra in Iraq
L’uomo dietro la pubblicazione di 400.000 documenti classificati sui militari americani vuole rivelare la verità sulla guerra in Iraq.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, in una conferenza a Londra, ha detto di voler creare, grazie all’ultima massiva pubblicazione di rapporti riservati, il massimo impatto possibile nel mondo politico.
“Questa divulgazione serve per far emergere la verità” dichiara Assange.
“Speriamo di correggere alcuni attacchi alla verità che si sono verificati prima della guerra, durante la guerra, e che sono continuati fino a quando la guerra si è conclusa ufficialmente.”
Ha aggiunto: “Mentre non siamo sicuri di aver raggiunto il massimo impatto politico possibile credo che ci stiamo avviciando sempre di più.”
Assange ha detto che le relazioni documentano la morte di 109.000 morti – tra cui 66.000 civili.
L’avvocato indipendente Phil Shiner ha dichiarato che alcune delle morti documentate nelle relazioni potrebbero avere coinvolto le forze britanniche e sono ora oggetto di azione legale presso i tribunali del Regno Unito.
“Alcune di queste morti sono avvenute in circostanze in cui il Regno Unito ha avuto una responsabilità giuridica molto chiara.” ha detto.
“Questo può essere dovuto al fatto che gli iracheni sono morti, durante il periodo in cui il controllo era nelle mani del Regno Unito. I documenti rivelano che le morti sono avvenute in arresto, nei veicoli, negli elicotteri o nelle strutture di detenzione”
La divulgazione di quasi 400.000 documenti militari Usa sull’Iraq da parte di Wikileaks contiene rapporti di abusi e di cattiva condotta da parte delle autorità irachene e delle forze Usa.
Ci sono anche alcuni rapporti che indicano abusi da parte dei soldati del Regno Unito, secondo il quotidiano Guardian.
Questo rilascio di documenti classificati è stato preceduto dalla pubblicazione di 90.000 file che documentavano morti civili e altri incidenti in Afghanistan, che sono state pubblicate dal sito nel mese di luglio.
Secondo il Guardian, nei rapporti iracheni si può leggere in dettaglio in che modo le autorità statunitensi avrebbero evitato di indagare su centinaia di segnalazioni di abusi, torture, stupri e omicidi dei poliziotti e dei soldati iracheni.
Ci sono numerose segnalazioni di abusi sui detenuti, che li descrivono ammanettati, bendati e appesi per i polsi o per le caviglie e sottoposti a frustate, pugni, calci o scosse elettriche sei casi dei quali terminati con la morte.
I documenti riferiscono, di più di 15.000 civili morti in incidenti precedenti sconosciuti.
Secondo il giornale, i registri contengono molti rapporti riguardanti abusi ai detenuti da parte dei soldati della coalizione anche se non sono né chiare né così allarmanti come le prove degli abusi da parte delle forze irachene.
Poichè sono state registrate le attività delle forze statunitensi, sono state trovati alcuni rapporti riguardanti il trattamento dei detenuti da parte del Regno Unito.
Due report in data 23 Giugno 2008 hanno registrato due uomini sciiti che hanno descritto di essere stati presi a calci e a pugni da delle non ben identificate truppe inglesi.
Entrambi gli uomini avevano lesioni coerenti alla descrizione riportata nelle loro storie. Non c’è traccia di alcuna indagine formale.
Un altro registro,del 2 Settembre 2008, riporta che un interrogatore civile che lavorava con gli americani, ha riferito che i soldati britannici lo avevano fatto strisciare per casa sua inserendoli la testa dentro la tazza e puntandoli contro una pistola.Il registro conclude che la storia è stata archiviata per incongruenza e mancanza di prove.
I 391.831 documenti registrano un periodo compreso tra l’inizio del 2004 e il 1 gennaio 2010 e forniscono una visione del conflitto da parte dei soldati di rango più basso.
Un portavoce del ministero della Difesa ha detto venerdì sera: “Se verranno alla luce nuove prove come risultato dell’analisi di queste informazioni le terremo in considerazione.”
I file riferiscono che vi sono state più di 100.000 morti violente in Iraq tra il 2004 e il 2009, tra cui 66.081 di esse tra i civili.
I dati personali e le informazioni sui decessi sono stati resi noti e ciò risulta in contrasto con l’insistenza dei funzionari USA e UK nell’affermare che non esiste nessun verbale ufficiale di vittime civili.
John Sloboda, dell’Iraq Body Count, ha detto al Guardian: “Perché questi registri sono incidente dopo incidente, registrazioni dettagliate che siamo stati in grado di far corrispondere con i registri presenti nei nostri database.
“Con uno studio approfondito, siamo stati in grado di stimare che tali registri aggiungeranno 15.000 morti precedentemente sconosciute al conteggio delle vittime in Iraq”.
Ha sostenuto che fosse nell'”interesse pubblico” conoscere tutti i dettagli su questa tragedia.
Il portavoce del Pentagono, colonnello dei Marines, Dave Lapan ha dichiarato: “Noi condanniamo WikiLeaks poichè induce le persone a violare le leggi, sottrae documenti riservati e quindi cavalleristicamente condivide queste informazioni segrete con il mondo, compresi i nostri nemici.”
“Sappiamo che organizzazioni terroristiche hanno estratto informazioni dai documenti riservati sull’ Afghanistan da utilizzare contro di noi, e questa fuga di notizie sull’Iraq è oltre quattro volte più grande.
“L’unica maniera che ha Wikileaks per riparare, a questo punto, è quello di restituire il materiale rubato ed elimarlo dai propri siti web”.
Il gruppo ha anche detto che pubblicherà altri 15.000 documenti sulla guerra in Afghanistan.
Kristinn Hrafnsson di Wikileaks ha detto che i files, sono stati interamente controllati prima del rilascio.
Sono stati redatti in modo da nascondere i nomi delle persone e non rivelare informazioni che potrebbero essere dannose per gli individui citati”.
Shiner ha fatto domanda per una pubblica inchiesta sulle accuse per le quali le truppe britanniche erano responsabili della morte di civili, durante la guerra in Iraq.
Ha citato un caso in cui sostenenne che un fuciliere inglese uccise una bambina di otto anni mentre giocava in strada a Bassora.
Ha detto che le unità corazzate avevano l’abitudine di fermarsi mentre erano di pattuglia così i soldati avrebbero potuto distribuire caramelle ai giovani come parte della battaglia per ” i cuori e le menti”.
Mr Shiner ha spiegato: “Per qualche motivo il carro armato si era fermanto in fondo alla via, lei era li vicino con il suo vestito giallo, un fuciliere la vede e le spara.”
Per quanto riguarda i documenti americani, disse: “Sarebbe sbagliato pensare che tutto questo non abbia nulla a che fare con l’UK”.
Ha aggiunto che agì in favore di molti civili iracheni che vennero uccisi o torturati dalle forze del Regno Unito.
“Alcuni sono stati uccisi da attacchi indiscriminati contro i civili o grazie all’uso ingiustificato della forza letale.
“Altri sono stati uccisi sotto la custodia dalle forze del Regno Unito e nessuno sa quanti iracheni hanno perso la vita mentre erano trattenuti nelle strutture di detenzione britanniche.”
Ha aggiunto: “Se è stata utilizzata la forza in maniera ingiustificata o illegittima, i responsabili devono subire le conseguenze penali del caso, stiamo dunque portando avanti un nuovo caso in cerca delle responsabilità per tutti gli omicidi inguistificati e ci aspettiamo che vi sia una inchiesta giudiziaria per indagare in maniera approfondita la responsabilità del Regno Unito per le morti civili in Iraq “.
Ecco un buon video esemplificativo: