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Zahi Hawass: Lascio dopo i saccheggi perpetrati nei siti archeologici

L’archeologo che si è auto definito l’Indiana Jones egiziano e ha lottato per salvare il ricco patrimonio della nazione, ha detto che darà le dimissioni da ministro delle antichità, lamentando che i tesori sono stati saccheggiati e devastati, con scarsa protezione da parte delle autorità.

Il Dr. Zahi Hawass, che è finito nel mirino per i suoi collegamenti con il presidente appena deposto, Hosni Mubarak, ha riferito che le antichità del paese erano in “grave pericolo” per i criminali, dato anche il fatto che il nuovo regime militare non riesce adeguatamente a difendere le zone calde dell’antico Egitto.

“Dal momento delle dimissioni di Mubarak, il saccheggio è aumentato in tutto il paese, e i nostri tesori antichi sono in grave pericolo grazie ai criminali che tentano di approfittare della situazione”, scrive sul suo sito web, andando ad elencare decine di siti archeologici in tutto il paese che sono stati saccheggiati dall’estromissione di Mubarak il 11 febbraio.

Hawass ha detto al quotidiano Al-Masry-Al-Youm: “Non voglio tornare al ministero di nuovo, non ho mai avvertito debolezze fino al periodo nel quale ho assunto la mia posizione nel Ministero delle Antichità..”

Le sue affermazioni sembrano contraddire una intervista al The Independent del mese scorso, quando insistette sul fatto che l’Egitto fosse pienamente in grado di prendersi cura dei suoi tesori, tra cui le tombe nella Valle dei Re, le piramidi di Giza e i tesori faraonici al Museo Egizio del Cairo. Seduto nel suo ufficio governativo sull’isola residenziale di Zamalek sul Nilo due settimane fa, insistette: “Il mondo dovrebbe elogiare ciò che queste persone hanno fatto e venire a Tahrir Square per ringraziarli di aver salvato il museo.”

Disse che il governo fece fronte egregiamente nel proteggere i suoi musei e gli antichi siti archeologici durante la rivolta di 18 giorni, quando decine di migliaia di persone si riunirono al Cairo e a Tahrir Square per chiedere la fine del regime pluri decennale di Mubarak. Hawas propose anche l’idea di costruire un museo per onorare la rivolta. L’archeologo si anima quando li viene fatto notare che le rivolte potrebbero aver inferto un duro colpo alla sua campagna atta a rimpatriare i reperti egizi conservati in Gran Bretagna. Disse in quella intervista che se ci fosse stata una rivoluzione nel Regno Unito, “neanche un solo oggetto sarebbe rimasto al British Museum”.

La rivolta ha portato a diffusi saccheggi e atti vandalici. Al Museo Egizio di Tahrir Square, 18 manufatti sono stati dati per dispersi, tra cui due statue del giovane Tutankhamon. Quattro sono state trovate. I ladri hanno preso di mira anche la antica terra sepolcrale di Sakkara. I siti turistici egiziani sono stati riaperti il mese scorso, ma i turisti se ne stanno ben lontani.

Una ondata di criminalità ha colpito anche alcune zone del paese, con la polizia, ampiamente demonizzata poichè strumento di Mubarak, che è scomparsa dalle strade dopo la rivoluzione. Alcuni sono tornati dopo che l’esercito è intervenuto per ripristinare l’ordine, ma la sicurezza rimane fragile.

“Le guardie delle antichità e le forze di sicurezza nei siti sono disarmate, e questo li rende un facile bersaglio per i saccheggiatori armati”, il dottor Hawass scrive sul suo sito questa settimana. “Inoltre, la polizia egiziana non ha la capacità di proteggere ogni singolo sito, monumento e museo in Egitto”.

Hawass era finito nei guai per i suoi collegamenti a Mubarak. Venne nominato Ministro delle Antichità durante un disperato rimpasto di governo il 31 gennaio, un ultimo sforzo inutile per aggrapparsi al potere. E ‘stato anche il bersaglio di una protesta lo scorso mese di circa 200 archeologi che si sono riuniti fuori dal suo ufficio per chiedere lavoro.

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